Scritte contro i rifugiati all’ex Capannine

“Lampedusa, the city beach”, “Succursale di Lampedusa” appaiono sulla recinzione della struttura

JESOLO. “Lampedusa, the city beach”. Il benvenuto ai profughi, esecrabile, è già stato dato nella Jesolo che temeva l’invasione di migranti.

In via Mameli qualche writer o agitatore ha pensato bene di imbrattare le coperture in legno delle ex Capannine, chiuse e sigillate per motivi di sicurezza, con delle scritte dal sapore razzista. “Succursale di Lampedusa”, si legge ancora chiaramente in un’altra scritta e poi la nostalgia dell’ultima discoteca: “Ridateci l'Aida”.

Una protesta che si inserisce anche nelle polemiche sulla presenza di migranti irregolari all’interno delle strutture fatiscenti del lido che sono state chiuse su disposizione del Comune di Jesolo per evitare che vi dimorassero senzatetto, spacciatori e persone che vivono di espedienti, come hanno confermato i numerosi sopralluoghi eseguiti nel tempo dalle forze dell’ordine.

Certo non è elegante che in corrispondenza di uno degli ingressi principali alla città balneare si leggano simili scritte. Oltretutto in un momento in cui la tensione politica è alle stelle e c’è chi vuole dimostrare che la Croce Rossa cerca di fare cassa con i profughi.

Ieri in via Levantina hanno fatto la loro comparsa anche alcuni consiglieri comunali. Daniele Bison è andato subito al nocciolo della questione: “La Croce Rossa, visti anche i precedenti nefasti, deve dire no all’arrivo di profughi da Lampedusa, senza confinderli con i dublinanti che vanno aiutati. Non firmino quella convenzione».

Dello stesso avviso Ilenia Buscato, in sintonia con Bison, mentre il presidente del Consiglio comunale, Alberto Carli, ha chiesto un contatto costante e chiaro con l’amministrazione comunale per avere sempre tutti gli aggiornamenti su convenzioni e accordi. (g.ca.)

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