Scoperta una nuova specie di fungo L'«Urbicum» nasce solo a Mestre

L’Urbicum la nuova specie di fungo scoperta a Mestre
L’Urbicum la nuova specie di fungo scoperta a Mestre
 Se li vedi, bianchi e piccoli fra terra e foglie, al massimo osservi: «Toh, dei funghi», e tiri dritto. Quando Giovanni Giuliano Ferrarese li ha visti, quei funghi bianchi in via Casona, Bissuola, li ha scambiati per esemplari di una specie nota. Ma Ferrarese ha un sesto senso: li ha raccolti, quei funghi. Qualcosa non girava. Li ha studiati, lui che di funghi se ne intende da una vita - è presidente del gruppo micologico Bruno Cetto di Mestre - li ha fatti analizzare. Hanno tentato di classificarli con il solenne nome latino che battezza le specie naturali. Alla fine eminenti professori si sono arresi: quel fungo appartiene a una specie sconosciuta. Cioè, è un nuovo fungo. E quel fungo nasce solo a Mestre e solo tra novembre e gennaio. Figuriamoci Ferrarese, che i funghi li degusta, li fotografa e li conosce da bravo enciclopedico: ha scoperto una nuova specie. Fosse la prima. Ferrarese e Simonini, ingegnere di Reggio Emilia, avevano già scoperto il Boletus edulis varietà pusteriensis, beccato a Prato alla Drava. Ferrarese ne ha altri quattro nel suo catalogo personale. Ma un fungo sconosciuto esclusivo di Mestre fa gola. Magari non al palato: «Non sappiamo ancora se è commestibile», ammette Ferrarese. Il fungo si chiama Tricholoma urbicum Ferrarese & Zaffalon, marchio registrato. Carlo Zaffalon, collega della scoperta, è un biologo. La firma è condivisa con Francesco Urbani de Gheltof, specialista di Mestre. Il fungo appare sotto un pino da pinoli solo in inverno, non teme nemmeno la neve. Come fosse un alieno, lo hanno studiato in tanti prima della sentenza: il Gema, Gruppo ecologico micologico abruzzese, che l'ha presentato all'Università dell'Aquila; è stato registrato al Museo di storia naturale di Venezia; al Micobanc, la banca dati mondiale delle specie micologiche; è stato sezionato e scrutato all'istituto di Microbiologia dell'Università di Padova. Né le spore, né la carne sono quelle degli altri funghi conosciuti dello stesso genere. Insomma, l'urbicum è proprio nuovo. Urbicum, fungo di città. Ma non sarà una mutazione genetica? Ferrarese lo esclude. È che la storia e i terreni di Mestre dal punto di vista ambientale sono inquietanti. Resta solo da scoprire se è commestibile. Magari non proprio da farci una zuppa, ma almeno non tossico.

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