Sconfitto il Coronavirus, Antonio di Martellago: «Domani riapro il negozio di alimentari»

Dopo 25 giorni di ospedale in ventilazione e curato con il farmaco per l’artrite è rinato. «Grazie davvero a tutti»

MARTELLAGO. Si può uscirne, sconfiggere il virus e tornare più forti di prima. Lo racconta la storia di Antonio Gatto, 60enne di Maerne di Martellago, esempio vivente del decantato motto: “Andrà tutto bene”. Antonio è stato contagiato, ha trascorso quasi un mese in ospedale, è guarito e domani riapre il suo negozio di alimentari. Le peripezie sono iniziate il 20 marzo, quando tornando a casa dal lavoro si è accorto di non stare bene. «Avevo la febbre», racconta, «la temperatura non scendeva e sono rimasto a casa così per quattro giorni. Poi una notte ha cominciato a mancarmi il respiro».

Su prescrizione del medico di famiglia, Antonio è andato in ospedale a Mirano per una radiografia e lì è arrivata la temuta conferma.

«Si sono accorti che i polmoni avevano problemi, mi hanno fatto il tampone ed è risultato positivo. Mi hanno ricoverato per due giorni a Mirano e poi trasferito all’ospedale di Dolo». Antonio respirava a fatica, le sue condizioni non miglioravano e ha avuto bisogno del casco per la ventilazione assistita, che ha portato giorno e notte per 72 ore.

«Era molto scomodo», dice, «non riuscivo a dormire, e quando mi addormentavo mi svegliavo quasi subito, perché anche con il casco mi sentivo mancare l’aria. Sono stati giorni duri e impegnativi. Per fortuna i dottori mi hanno scelto tra i pazienti del reparto per una terapia sperimentale, che ha aiutato molto». Due iniezioni di Tocilizumab, un farmaco normalmente usato per l’artrite reumatoide, e da allora Antonio ha cominciato a stare meglio. È passato dal casco alla mascherina dell’ossigeno, e col tempo è tornato a respirare autonomamente.

Dopo 25 giorni di ricovero e due tamponi negativi, è potuto tornare a casa e ha riabbracciato la moglie Nancy. Anche per lei è stato un periodo difficile, tra l’isolamento domiciliare (finché dopo 10 giorni ha fatto il tampone, risultato negativo) e l’apprensione per il marito. La coppia riusciva a parlare al telefono e tramite i medici, ma non potersi vedere è stata dura. Ora che l’odissea è finita, il primo pensiero di Antonio è per chi si è preso cura di lui: «Ci tengo a ringraziare tutto il reparto di pneumologia di Dolo, a cominciare dal dottor Aloi e gli altri medici, gli infermieri, soprattutto Marco e Barbara, e il resto dello staff. Hanno fatto un grandissimo lavoro, e stanno continuando a farlo», dice. «Quest’esperienza sicuramente mi ha segnato, ho imparato a vivere le cose con più calma e tranquillità. Il virus è subdolo, io ho sempre preso tutte le accortezze del caso ma basta un po’ di debolezza del sistema immunitario: io non ho mai avuto problemi di salute, non vedevo un ospedale da 50 anni, e mi sono ammalato lo stesso. Mi ha insegnato ad avvertire i segnali che vengono dal mio fisico, a non forzarlo». Dopo essersi riposato, è tornato nel suo negozio “Il gusto della tradizione” in piazza Vittoria a Martellago, dove vende alimentari di qualità, soprattutto salumi e formaggi. Il locale è stato sanificato e domani riapre. «Ho ricevuto tanta solidarietà dai miei clienti. È stata dura, ma con fede e speranza se ne esce». —


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