Sconcerto a Padova «Franco Mura un grande pilota»

Padova
«Lo vede il Cessna rosso laggiù? Era il suo. Tante cose, qua dentro, ci parlano di lui. Tante ce lo ricorderanno per sempre».
Roberto Carfagna, presidente del Consorzio Padova Fly Service che gestisce l’aeroporto Allegri, indica la pista di atterraggio semi deserta e si dispera pensando all’amico di una vita. Non vuole crederci, proprio non ce la fa. È il momento dello choc che precede la tragica presa di coscienza. «Franco Mura, proprio lui? Ma siete sicuri? Credo non sia nemmeno possibile conteggiare le ore di volo che aveva. Lo faceva da sempre, per lui era come andare in bicicletta».
Anche se non viveva più a Padova da anni, e risiedeva anche a Campagna Lupia il suo nome e il suo volto sono ancora di casa all’aeroporto Allegri. Per oltre vent’anni è stato anima e cuore di una scuola di volo che aveva la sua base proprio nello scalo padovano. «Non era un istruttore dell’aeroclub ma era certamente il “papà” di tutti gli altri istruttori», ricorda Carfagna sforzandosi di trattenere le lacrime. Franco Mura, architetto, ha vissuto a lungo con la famiglia a Selvazzano. Era un dirigente dell’ex Amag, precisamente era il responsabile del settore marketing. «Eravamo colleghi di lavoro molto prima di essere compagni di volo», racconta il presidente dell’Allegri. «Ci siamo conosciuti lì e poi le nostre vite sono continuate su binari paralleli fino a un certo punto». Fino a quando Mura, ormai pensionato e anche nonno, ha deciso di trasferirsi a Trieste.
Se lo ricordano anche gli studenti dell’istituto tecnico Natta, indirizzo “perito aeronautico”. Nel programma didattico erano previste alcune ore di volo. «Era Franco che accompagnava i ragazzi durante le prime ore di pratica e lo faceva proprio con quel velivolo rosso», dice il presidente dell’Allegri, liberando i ricordi che riaffiorano. Nel 2014 le ore di volo sono state eliminate dal programma didattico e così Mura ha continuato a gestire la sua società, la Nord Est Aeroservizi (Nea).
Nel 2006 toccò a lui cercare di spiegare la tragedia del Cessna 152 biposto inabissato al largo di Gabicce Mare, al confine tra le province di Pesaro-Urbino e Rimini. Morirono Donato Campanaro, 45 anni, docente di aeronautica al Natta, e il suo allievo, Pier Giorgio Pusiol, 40 anni. Dodici anni dopo la sorte si ripete. —
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