Sciopero CGIL a Venezia, 2000 in corteo: «Natale rovinato da stipendi inesistenti»

Duemila persone hanno partecipato allo sciopero CGIL a Venezia, partito dalla stazione di Mestre e conclusosi a Marghera, manifestando per salari, pensioni, lavoro dignitoso e pari diritti

Matilde Bicciato
Il corteo a Marghera
Il corteo a Marghera

Si è concluso poco dopo mezzogiorno lo sciopero partito alle 9 dalla stazione di Mestre. Il corteo di Venezia, che si è unito alle altre 50 manifestazioni nelle piazze in tutta Italia, era composto da circa duemila persone, e ha attraversato la città fino a piazza Mercato, a Marghera, dove si sono aperti gli interventi finali delle
organizzazioni sindacali, tra cui quella di Fulvio Fammoni, presidente dell’Assemblea Generale della CGIL Nazionale. La manifestazione, svolta senza tensioni tra striscioni e slogan, ha visto la partecipazione non solo dei lavoratori delle categorie coinvolte, ma anche giovani e studenti che hanno deciso di partecipare per solidarietà.

«Grazie per chi ha scioperato, rinunciando ad una parte del salario, per l’interesse per questa città», ha detto Daniele Giordano, segretario generale CGIL Venezia.

Sciopero generale Cgil: corteo da Mestre a Marghera contro legge di bilancio e precarietà

«Qualcuno ci accusa di rovinare il Natale o di voler fare il weekend lungo, prendendoci un giorno di ferie per arrivare in piazza. Noi siamo qui per rispondere: ma di che Natale stiamo parlando? Una festività che, come ogni anno, puntualmente arriva per ricordarci di chi lavora per poi non potersi permettere abbastanza, pur dedicandosi al lavoro. Di chi lavora ma che comunque non potrà godersi un pranzo decente, di chi ha bisogno anche della paga del festivo per arrivare a fine mese. Sempre oggi vogliamo dare voce alle marginalità, alla povertà che questa Giunta invece continua a negare e a nascondere. Chi rovina il Natale sono le buste paga e le retribuzioni inesistenti o minime, il precariato, la fuga dei giovani, le pensioni con cui non si pagano nemmeno l’affitto e che costringono gli anziani a vivere in condizioni di miseria, persone che hanno lavorato tutta la vita. In testa al corteo abbiamo posizionato lo striscione contro la violenza sulle donne. Un concetto che non riguarda solo la piaga dei femminicidi, ma che affonda le radici anche in tematiche economiche, con le donne costrette a fare lo stesso lavoro degli uomini, pur ave di diritti e paghe inferiori» ha concluso Giordano.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia