Schianto, risarcita con un milione

SAN DONA'. Oltre un milione di risarcimento, una giovane sandonatese, dopo 10 anni di calvario, ha visto riconosciuti i danni dovuti a un grave incidente stradale. Aveva 20 anni quando fu coinvolta in un frontale in pieno centro, causato da un’altra auto che aveva invaso la carreggiata, anche se in un primo momento l’automobilista aveva negato questa circostanza. La giovane, oggi trentenne, si è rivolta all’avvocato Luca Pavanetto, portando in giudizio in primo grado davanti al Tribunale di Venezia, il responsabile del sinistro e la sua assicurazione. Ha ottenuto una prima condanna di questi a un risarcimento pari a 700.000 euro, a fronte di un’ invalidità accertata del 75% per le lesioni subite , ovvero numerose fratture agli arti e lesioni agli organi interni. Questo aveva comportato l’asportazione della milza e, parzialmente, del fegato nonché di ulteriori svariati interventi chirurgici con conseguenti ricoveri ospedalieri.
Non si sono però accontentati del risultato ottenuto in primo grado, e la giovane assieme all’avvocato Pavanetto ha deciso tenacemente di proporre comunque appello, richiedendo una nuova perizia per valutare ulteriori aggravamenti intervenuti nel corso degli anni, con le ulteriori spese mediche maturate. La Corte d’Appello, in accoglimento delle istanze dell’avvocato Pavanetto, ha chiesto una nuova perizia medica che, a distanza di oltre 10 anni, ha riconosciuto gli aggravamenti con le relative spese. Nei giorni scorsi, la sentenza d’Appello con un’ altra condanna a carico del responsabile del sinistro e della sua compagnia, per ulteriori 320.000 euro.
«Dopo più di dieci anni di battaglie tra primo e secondo grado», ha commentato il legale Pavanetto soddisfatto per il risultato ottenuto senza precedenti, «io e la cliente salutiamo con viva soddisfazione questa importante sentenza che ha determinato un risarcimento complessivo di 1.020.000 euro. Bene ha deciso la Corte d’Appello nel concedere una seconda perizia che a più di dieci anni ha verificato se in primo grado fossero stati risarciti tutti i danni e se questi si fossero poi aggravati nel corso del tempo. Di certo la lunghezza dei giudizi non può pregiudicare il diritto a un effettivo e concreto risarcimento».
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