“Scatena il Cuore” 1300 ragazzi a Jesolo con il Patriarca

JESOLO. I problemi della vita adolescenziale, le sfide verso il futuro e la necessità di liberarsi dai modelli precostituiti di oggigiorno. Sono stati questi i principali temi della festa giovanile della diocesi, che per tutta la giornata di ieri ha riunito al Pala Arrex di Jesolo oltre 1300 ragazzi da tutta la provincia. Canti, balli e tanta animazione, alla presenza del Patriarca Francesco Moraglia, giunto nella cittadina balneare già di buon mattino.
Un appuntamento organizzato sotto il segno del tema “Scatena il cuore” e articolato in una serie di composizioni musicali e teatrali dove sono emersi i problemi che riguardano i giovani di oggi, soprattutto quelli adolescenziali. Ma anche le testimonianze di chi quei tempi li ha già vissuti, come suor Anna Nobili, in passato ballerina e cubista nei locali della movida milanese e ora sorella consacrata dopo un cammino di conversione. È stata lei, al mattino, a raccontare la sua storia, di fronte a monsignor Moraglia, che per l’occasione ha indossato la maglietta ufficiale della giornata, di colore giallo.
«Per anni», ha raccontato suor Nobili, «mi spogliavo regalando il mio corpo, rimanendo vuota dentro, nelle illusioni di un mondo che prometteva ciò che non realizzava. Da piccola mi dicevano che non ero capace di fare nulla e sono cresciuta con quella convinzione, che mi ha portato a intraprendere vie sbagliate. Poi ho incontrato Gesù, che mi ha guarita e mi ha fatto capire cos’è il vero amore verso se stessi e il prossimo».
Durante la mattinata sono stati affrontati i temi dell'alcol, della droga e dell'aborto. Continuo, inoltre, il richiamo alla necessità di slegarsi dalle catene che stringono la società odierna, come spiegato dal Patriarca durante la messa delle 11.45. «La vita è fatta di problemi che diventano opportunità», ha detto Moraglia, «e il timore del giudizio degli altri, così presente al giorno d’oggi, nasce dal rapporto sbagliato che abbiamo con noi stessi. Ci sono modelli diventati padroni delle coscienze, quasi dei tiranni: bisogna slegarsi da tutto questo. Per non aver paura di questi giudizi bisogna esser liberi, soprattutto delle propria sfiducia».
L’appuntamento è quindi continuato nel pomeriggio con nuovi spettacoli e soprattutto con l’apertura dei 25 stand allestiti all’entrata. Tra questi tanti volontari, missionari e anche una delegazione delle suore dell’ordine “Figlie di San Giuseppe”, che il prossimo 16 maggio, in piazza San Marco a Venezia, beatificheranno don Luigi Caburlotto, vissuto nel 1800, primo parroco veneziano a essere proclamato beato.
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