Santoro racconta con Robinu' i baby-boss della camorra

Fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia il documentario girato tra Napoli e Scampia: un pugno nello stomaco sulla paranza dimenticata
Una foto di scena di 'Robinu', documentario per la regia di Michele Santoro, presentato alla 73/a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, nella sezione non competitiva Cinema nel Giardino, in una foto diffusa il 28 luglio 2106. ANSA/ US +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Una foto di scena di 'Robinu', documentario per la regia di Michele Santoro, presentato alla 73/a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, nella sezione non competitiva Cinema nel Giardino, in una foto diffusa il 28 luglio 2106. ANSA/ US +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

VENEZIA. Nella nuova sezione non competitiva "Cinema nel Giardino", con proiezioni nell'ex cratere dove sarebbe dovuto sorgere il nuovo Palazzo del Cinema fin quando scavando fu trovato amianto sopra i parametri di sicurezza e ora ricoperto, si vedrà Robinù, un documentario che Michele Santoro ha realizzato tra Napoli e Scampia, raccontando la realtà drammatica dei baby-boss della camorra, quegli adolescenti spesso killer consumati a 20 anni che si contendono il mercato della droga in una guerra dimenticata che è arrivata a contare oltre 60 morti.

Robinù, verrà presentato mercoledì 7 settembre. Basato sui veri volti dei baby-boss della camorra, dei loro familiari devastati dal dolore, il loro racconto diretto e senza alcuna mediazione, il documentario porta per la prima volta sullo schermo la storia di un intero giovane popolo ridotto a carne da macello.

Sotto gli occhi indifferenti delle istituzioni, quei ragazzi hanno evaso qualunque obbligo scolastico, non parlano italiano, hanno i denti già devastati dalla droga, ed esprimono chiaramente sentimenti e passioni di una forza sconosciuta a quella parte di Paese definita “normale”.

SINOSSI: «Tu queste cose le devi fare ora. Perché così, se vai in galera per vent’anni, esci e hai tutta la vita davanti». È questa la concezione del mondo di quei soldati bambino che a 15 anni imparano a sparare, a 20 sono killer consumati e a 30 spesso non ci arrivano nemmeno…

A Napoli, negli ultimi due anni, bande di adolescenti si combattono, a colpi di kalashnikov, in una guerra dimenticata che è arrivata a contare oltre 60 morti. La chiamano “paranza dei bambini”: giovani ribelli che sono riusciti a imporre una nuova legge di camorra per il controllo del mercato della droga.

Una paranza che da Forcella si insinua nei Decumani, e scende giù fino ai Tribunali e a Porta Capuana: il ventre molle di Napoli, la periferia nel centro, tra turisti che di giorno riempiono le strade e gente che di notte si rintana nei bassi trasformati in nuove piazze di spaccio, il vero carburante capace di far girare a mille il motore della mattanza.

Robinù uscirà nelle sale cinematografiche in autunno distribuito da Videa Il film, da un’idea di Michele Santoro e Maddalena Oliva, è scritto da Michele Santoro, Maddalena Oliva, Micaela Farrocco; prodotto da Zerostudio’s e Videa Next Station.   Sabina De Dominicis è il produttore esecutivo.

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