Sanità, c’è l’ansia da crisi e gli infarti aumentano del 30%

I dati emersi al convegno di Mirano relativi agli interventi degli ultimi mesi Il primario Reimers: «Fenomeno già registrato nella crisi del 1929 in Usa»
Mirano (Venezia): III giornata di cardiologia interventistica miranese dott. Bernhard Reimers durante l'intervento 20/10/2001 © Light Image studio Morsego
Mirano (Venezia): III giornata di cardiologia interventistica miranese dott. Bernhard Reimers durante l'intervento 20/10/2001 © Light Image studio Morsego

MIRANO

L’ansia da crisi ha fatto registrare il trenta per cento in più d’infarti negli ultimi due mesi all’ospedale di Mirano rispetto allo stesso periodo del 2010. Un dato non certo tranquillizzante quello emerso ieri alla tredicesima Giornata di cardiologia interventistica miranese svoltasi in teatro e a cui hanno partecipato quasi 400 tra medici ed esperti. Numeri che preoccupano, perché alla base, oltre alle classiche patologie, c’è quella che potremmo definire “ansia da crisi”. L’infarto non guarda in faccia nessuno, operaio o imprenditore che sia, uomo, donna, giovane o anziano senza alcuna differenza. I medici specializzati della zona hanno registrato un aumento considerevole di casi.

A Mirano nel novembre dello scorso anno erano otto quelli registrati, mentre nei primi venti giorni dello stesso mese del 2011, erano già sedici. Nei due mesi l’aumento percentuale è intorno al 30%. E c’è il rischio che questi numeri possano aumentare, perché ansia, stress, tensioni, problemi di lavoro, possono giocare brutti scherzi. «Ci sono molte persone colpite fra i 40 e i 50 anni – spiega il direttore di Cardiologia di Mirano Bernhard Reimers – e per questo bisogna aumentare il livello di prevenzione di allerta, rivolgendosi ai primi sintomi, come i dolori al petto. Le malattie coronariche aumentano in tempo di crisi, come era già stato osservato negli Stati Uniti nel 1929». I sintomi sono quelli noti: detto delle fitte al centro del petto, ci sono l’aumento di episodi di dolore toracico, la mancanza di fiato, la sudorazione, la sensazione di affaticamento, lo svenimento ma anche la nausea e il vomito. Nelle donne ci potrebbero essere lo stordimento e la pelle umida. «Occorre fare in fretta – spiega Francesco Versaci dell’università Tor Vergata di Roma a Mirano per studiare l’aterosclerosi e le altre cause dell’infarto – perché ai primi sintomi si deve subito chiamare il 118, dove si attiva la rete d’emergenza. Anche pochi minuti possono essere decisivi. Serve un miglior stile di vita. Sì all’attività fisica, che deve entrare nei programmi scolastici, ma anche una migliore educazione alimentare. E qui serve il buon esempio dei genitori».

Intanto ieri sono stati presentanti i primi dieci anni di ablazione della fibrillazione atriale. Questa tecnica è arrivata all’ospedale Mirano nel 2001, tra i primi in Veneto e in Italia ad adottarla. Come ha spiegato il dirigente medico di Cardiologia Emanuele Bertaglia, sono stati 800 i pazienti passati per Mirano, di età compresa fra i 30 e gli 80 anni. Ben 400 sono arrivati da fuori Asl.

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