Salute mentale, seconda comunità a Mestre

Due piani, dieci posti letto con la possibilità di arrivare a sedici e, a breve, a disposizione ci saranno anche laboratori e attività alternative al piano terra. Sono queste le principali caratteristiche della seconda comunità alloggio psichiatrica della Antica Scuola dei Battuti a Mestre.
Il taglio del nastro è avvenuto ieri mattina, benché la comunità sia già «vissuta» da alcune settimane. Dal 2006 sono stati già venti gli ospiti, dieci dei quali già dimessi. Di questi ultimi, la metà con esito positivo nel percorso di recupero. «Diamo assistenza a pazienti che necessitano di sostegno non essendo autosufficienti – spiega Aldo Mingati, presidente della Antica Scuola dei Battuti di via Spalti – abituati ad avere solo anziani, per noi è stata una sorta anche di sfida, che ora sta però dando risultati confortanti. La decisione di intolare le due comunità a Franco e Franca Basaglia ci è parso giusto, soprattutto perchè nessuno aveva mai riservato loro questo riconoscimenti in città».
«Ampliare il servizio è un traguardo importante – sottolinea il vicesindaco Sandro Simionato – al centro delle nostre attenzioni ci sono persone che stanno male, riuscire ad aiutarli è quindi una responsabilità. La comunità è un impegno, non un punto di partenza».
L’età media degli ospiti e di 40 anni, e vivono in locali dotati di stanza con due letti, bagno interno, soggiorno, sala da pranzo, cucina, lavanderia, ripostiglio e ambulatorio.Con l’arrivo anche delle attività di laboratorio al piano terra, ci sarà una opportunità in più per il recupero di queste persone.
Il responsabile del Dipartimento di salute mentale dell’Asl 12, Fabrizio Ramacciotti, lancia però una proposta: «Venezia è ai vertici nella Regione per investimenti sulla salute mentale. La riduzione continua dei finanziamenti agli enti pubblici rischia in futuro di portare però alla chiusura di servizi inaugurati, come questo. E allora perchè non istituire una tassa di solidarietà, anche su base volontaria, per dare un contributo ad attività volte a chi ha più bisogno? Già ora si sta raschiando il barile».
Quindi Ramacciotti fa notare come «il problema maggiore c’è per il dopo, cioè quando magari queste persone hanno bisogno di un lavoro o di una casa. Entrare nelle graduatorie non è per nulla facile, e quindi si trovano spiazzate. (s.b.)
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