Marcon, la mozione per la pace scatena la bagarre in Consiglio
La sinistra chiedeva impegni concreti per favorire il dialogo. La maggioranza: «No alla strumentalizzazione politica»

I gruppi di minoranza Democratici Progressisti e Io Scelgo Marcon presentano una mozione per chiedere che Marcon sia città della pace. Ma la maggioranza attacca: «Il centrosinistra usa la pace come tema politico. Questo è inaccettabile».
Sindaco, assessori e consiglieri di maggioranza hanno inscenato una protesta, alzando in aula cartelli con le scritte: “La pace è di tutti”, “La pace non ha colore politico” e “Non si strumentalizza la pace”.
Immediata la reazione del centrosinistra, che a sua volta ha protestato abbandonando l’aula. È finita in bagarre, in consiglio comunale, la discussione sulla mozione per Marcon città della pace.
«Una proposta simbolica, ma dal forte valore etico e politico», dice Marco Casoni (Pd), «Intendeva affermare l’impegno della nostra comunità per la promozione della pace, chiedendo semplicemente l’adesione alla Rete nazionale delle Città per la Pace e all’associazione internazionale Mayors for Peace».
La mozione prevedeva alcuni impegni concreti, come l’esposizione permanente della bandiera della pace. La maggioranza ha presentato un emendamento «per correggere la finalità politica», che il centrosinistra ha respinto con il consigliere Filippo Calce, giudicando che avrebbe svuotato la mozione di senso, «riducendola a una generica dichiarazione priva di impegni reali». Al rifiuto è scattata la protesta della maggioranza di centrodestra, che ha accusato l’opposizione di usare la pace in maniera strumentale.
«La pace non è proprietà di nessuna parte politica. È un valore universale che non può essere trasformato in un simbolo di parte o in una bandiera elettorale», attacca il sindaco Matteo Romanello, «Promuovere la pace significa costruire ponti, non muri, e questo inizia dai territori».
Per il centrosinistra è inaccettabile la protesta della maggioranza. «Un gesto che ferisce la dignità dell’istituzione», commenta Casoni, «Un atto grave, inopportuno, che ha trasformato il Consiglio in un palcoscenico di scherni e risate. Ribadiamo l’impegno per una Marcon che sia davvero città della pace. Continueremo a batterci affinché quei valori diventino azioni concrete».
Ma anche la maggioranza rilancia: «Siamo pronti a ripresentare una nuova mozione capace di unire».
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia