Sacaim, via libera del Tribunale all'amministrazione straordinaria

Marco Cappelletto
Marco Cappelletto
 
Il Tribunale di Venezia presieduto dal giudice Marco Campagnolo ha dato ieri il via libera alla procedura per l'amministrazione straordinaria della «Sacaim spa». Una decisione sofferta che doveva essere presa già venerdì, ma i magistrati hanno avuto ieri la necessità di sentire nuovamente i legali dell'impresa e delle banche.
 Sono infatti gli istituti di credito i maggiori creditori dell'impresa edile veneziana: c'è il massimo riserbo sulle cifre sia da parte dei giudici che dei rappresentanti della «Sacim», ma l'esposizione nei confronti delle banche sarebbe addirittura superiore ai 200 milioni di euro. E la contrarietà delle banche non ha riguardato l'ammissione all'amministrazione straordinaria bensì il provvedimento cautelare con cui, due settimane fa, sempre il Tribunale ha inibito proprio alle banche di chiedere e ottenere dall'impresa i soldi che avanzano. Con l'amministrazione straordinaria, comunque, qualsiasi azione è sospesa e a prendere nelle sue mani le redini della «Sacaim» sarà il commissario nominato dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani: toccherà all'avvocato veneziano Marco Cappelletto, legale di un altro ministro del governo Berlusconi, quello della Funzione pubblica Renato Brunetta, e che ha già condotto in porto l'amministrazione del gruppo chimico Snia-Caffaro.  Ieri i giudici, con la loro decisione, hanno certificato che esistono le condizioni per avviare l'amministrazione straordinaria, in particolare l'esistenza dello stato di insolvenza, nell'ordinanza si sostiene che l'esposizione è ben superiore al milione di euro, e il numero dei dipendenti superiore ai 200 (sono più di trecento). L'avvocato Cappelletto ora ha due anni di tempo: al termine dei 224 mesi dovrà presentare una relazione ai giudici con la quale dovrà dire se il risanamento è stato portato a termine o meno. Nel secondo caso, come è accaduto per la linea aerea veneta «AlpiEagles», il fallimento sarebbe scontato.  A presentare per «Sacaim» il piano di ristrutturazione e risanamento sono stati gli avvocati Diego Manente e il commercialista Sante Casonato. A spiegare per quale motivo una delle maggiori imprese edili italiane si è trovata in una situazione di grave crisi è stata la figlia del presidente Pierluigi Alessandri, Domizia. Una scelta fatta per «proteggere l'azienda dalla speculazione e dall'attacco dei concorrenti». Per garantire tranquillità a un'impresa che ha commesse in corso per 650 milioni di euro, 150 cantieri aperti in Italia e all'estero. Ma non riesce a incassare e si è vista bloccare lavori da centinaia di milioni di euro, come la nuova ferrovia Palermo-Agrigento e il progetto del nuovo palazzo del Cinema al Lido. «Nel 2010 - aveva spiegato - abbiamo avuto un calo di fatturato importante, dovuto alla minore disponibilità di fondi pubblici destinati al finanziamento di opere infrastrutturali. Ma anche variazioni progettuali e mancati introiti già regolati da contratto del nuovo Palazzo del Cinema. Si è creata diciamo così una situazione di tensione finanziaria, anche per che può creare dei rischi seri».  Orasarà necessario capire quali conseguenze potrà avere la procedura di amministrazione straordinaria sulle decisioni del commissario Vincenzo Spaziante per quanto riguarda l'appalto del palazzo del cinema.

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