Rubano e picchiano, condannati La contestazione degli anarchici

Per una felpa 21 mesi di reclusione a lei e diciotto mesi a lui. Tutto inizia sabato alla Decathlon di via don Peron; due ragazzi, entrambi residente a Mestre, sono stati arrestati per rapina e ieri, nelle aule della cittadella della giustizia, a Piazzale Roma, sono stati processati per direttissima: c’erano fuori dall’aula a dimostrare la loro solidarietà una decina di amici, anarchici come gli imputati. E, stando al pubblico ministero onorario, che in udienza rappresentava l’accusa, uno di loro lo avrebbe anche pesantemente minacciato.
Ester Setti, originaria di Mirandola, doveva rispondere di una serie di gravi reati: oltre al tentativo di rapina, oltraggio, resistenza, lesioni, mentre Alessandro D’Altoè, originario di Treviso, solo del concorso nella tentata rapina. Il pubblico ministero aveva chiesto per entrambi il carcere, ma il giudice monocratico Enrico Ciampaglia, dopo aver emesso la sentenza di condanna ha scarcerato entrambi i giovani.
I due ragazzi, sabato, non hanno fatto nulla per evitare di attirare l’attenzione degli addetti alla sicurezza, che da quando sono entrati li hanno tenuti d’occhio. Li hanno visto indossare alcuni capi, rimetterli giù, riprenderli e dirigersi verso i camerini per provarli. Lei si sarebbe infilata una felpa, mentre lui la copriva, quindi si sono diretti all’uscita senza fermarsi alle casse. Una guardia giurata li ha bloccati tra la prima serie di porte e la seconda, ma loro hanno cercato di divincolarsi, soprattutto la ragazza ha fatto di tutto per scappare con la felpa che aveva indossato spintonando l’addetto alla sicurezza. Nel frattempo era stato chiesto l’intervento delle forze dell’ordine e i due giovani sono stati accompagnati in un ufficio, all’interno del negozio. Stando alla ricostruzione, Ester Setti avrebbe inscenato una protesta piuttosto efficace, avrebbe rovesciato a terra sedie e computer. Solo all’arrivo degli agenti di una Volante si sarebbe calmata, ma un poliziotto avrebbe ricevuto un colpo e i medici dell’ospedale gli hanno diagnosticato una ferita guaribile in tre giorni.
Il pubblico ministero Laura Cameli ne ha chiesto la convalida dell’arresto e li ha spediti davanti al giudice con rito direttissimo. Sono stati difesi dall’avvocato Francesco Mason, che si è battuto per fare in modo che la pena fosse contenuta e che soprattutto non finissero in carcere in seguito alla condanna. Entrambi sono incensurati, anche se la ragazza era rimasta coinvolta in scontri con le forze dell’ordine in manifestazioni di piazza a Torino.(g.c.)
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