«Rodari abbandonato a se stesso»
Una Commissione di Municipalità sul Centro psicoriabilitativo Le associazioni degli utenti si lamentano: «Manca la progettualità»

Il Centro Rodari
FAVARO.
«Si continua a parlare di lavori e strutture, ma manca una vera progettualità e rimane il fatto che si vuole spazzare via la struttura di via delle Muneghe». Si accendono nuovamente i riflettori sul Centro diurno psicoriabilitativo Rodari. Martedì in Municipalità si è riunita la commissione competente, che ha invitato il professor Gaetano Palermo del Csm (Centro di salute mentale) di Mestre e le associazioni di famigliari degli utenti del Rodari. Sul tappeto la riorganizzazione della Psichiatria, che prevede una distribuzione delle sedi dei Csm coerente con la collocazione dei distretti, Mestre Nord e Mestre Sud. Secondo questo piano la Rodari verrà divisa in due: al piano terra rimarrà il Centro diurno, in un'ala - ristrutturata - verrà aperto il Csm. L'attuale sede del Csm di via Miranese diverrà sede dell'equipe Mestre Sud attualmente operante a Marghera e nella stessa sede verrà creato un Centro diurno. Di fatto in questo momento la situazione è di stallo; il responsabile dimissionario del Centro, il dottor Luigi Busetto, è in ferie e molte famiglie si sentono abbandonate. «L'utenza non viene ascoltata - spiega Lucio Bulgarelli dell'associazione Orizzonti - e non le viene data la possibilità di valutare l'operato del dipartimento. I laboratori, ripristinati dopo la nostra protesta in Regione, non hanno continuità: cambiano gli operatori e non riusciamo a capire come si vuole improntare il rinnovamento. Martedì si è parlato di spazi, lavori e soldi per ristrutturare il Rodari, ma non di vera progettualità rispetto alla riabilitazione». Le questioni aperte sono tante, tra queste anche lo spostamento delle sedi. Dal canto suo la Municipalità tramite il delegato alla Sanità, Roberta Tossato, pone la questione del nuovo Distretto: «Vorremmo capire - spiega - che spazi del nuovo presidio andranno destinati alla salute mentale secondo la nuova riorganizzazione, soluzione che a noi non sembra la migliore. Per quanto riguarda il Rodari, va garantita un'adeguata dotazione di psicologi per incrementare i progetti terapeutici e vanno valorizzati gli operatori del Centro, riconoscendo l'importanza e il rilievo di quanto maturato in questi anni, così come la continuità terapeutica ed assistenziale nei confronti degli utenti».
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