«Rivoluzione» in farmacia e dal medico
Arriva lo «scontrino parlante», obbligo di indicare i codici di priorità
Scatta oggi (in realtà è scattata ieri, giornata festiva) una «piccola» rivoluzione che interesserà la sanità. Chi varcherà la soglia di una farmacia per acquistare un medicinale dovrà presentarsi anche con la nuova tessera sanitaria (quella rigida, simile al bancomat) alla mano. I medici di base dovranno obbligatoriamente indicare (molti, nell’Asl 12, già lo fanno) la classe di prioritazzione nelle ricette, ovvero se una visita è urgente, differibile entro qualche giorno o programmabile con calma. Novità anche nell’ambito dei diritti di scelta dei non autosufficienti (e loro famigliari): ad esempio la libertà di scelta di una casa di riposo. Novità che, almeno nelle intenzioni, dovrebbero favorire il cittadino. Ma le categorie (farmacisti e medici di base) non hanno mancato di esprimere forti critiche.
«Scontrino parlante».
Da oggi chi varcherà la soglia di una farmacia per acquistare un medicinale dovrà presentarsi anche con la nuova tessera sanitaria alla mano. Tutti gli scontrini rilasciati dal farmacista riporteranno quantità e qualità dei farmaci acquistati dal cliente-paziente. Fino al 31 dicembre il codice fiscale potrà essere scritto anche a mano direttamente dall’utente. Dal primo gennaio del prossimo anno spetterà invece alle farmacie riportare il codice fiscale del cliente sullo scontrino. Cosa cambia? I farmacisti hanno adeguato i loro programmi informatici. I cittadini, il prossimo anno, non potranno più utilizzare lo scontrino del nonno per aumentare, in sede di dichiarazione dei redditi, le spese detraibili.
Medici contro Galan
. Da oggi scatta inoltre per i medici di base e gli specialisti l’obbligo di indicare sulla ricetta i codici di priorità. Ovvero di indicare sulla ricetta se il paziente deve essere sottoposto a esame o visita con urgenza (codice U), con sollecitudine, ovvero entro 10 giorni (codice B), con priorità ordinaria, ovvero in un periodo compreso tra 30 e 60 giorni (codice D) o se la prestazione può essere programmata senza fretta, entro 180 giorni (codice P). Lo ha disposto una delibera della Regione per contenere le liste d’attesa. Ma la Fimmg, sindacato che rappresenta i medici di medicina generale, nei giorni scorsi ha diffidato il presidente Giancarlo Galan. «Il sindacato non è stato coinvolto per concordare criteri, metodo e tempistica - scrive il segretario regionale Giuseppe Greco - Questo compito si traduce in un ulteriore onere a cui corrisponde una responsabilità deontologica, civile e penale» di cui i medici potrebbero non essere responsabili. Un esempio: sarà colpa del medico di base (o piuttosto del direttore generale dell’Asl) se la prestazionione prescritta entro 10 giorni non potrà essere garantita entro quel termine causa liste d’attesa più lunghe?
Assistenza e libera scelta.
Novità sono state introdotte anche nell’ambito dell’assistenza. Nuove norme che riguardano sia case di riposo e Ipab sia persone non autosufficienti e loro famigliari. Questi ultimi avranno una maggiore libertà di scelta: potranno scegliere, ad esempio, la casa di riposo non più nell’ambito territoriale dell’Asl di riferimento, ma anche all’esterno. Quanto alle case di riposo la Regione remunererà l’istituto, per quanto riguarda la parte sanitaria, non più in base al «posto letto», ma alla patologia trattata. Garantendo una maggiore libertà di scelta la nuova normativa dovrebbe (questo lo spiriro della norma) anche incentivare le strtture assistenziali a migliorare per cercare di accaparrarsi un più consistente numero di ospiti. Dovranno quindi puntare sempre più su una migliore qualità dell’offerta e puntuale assistenza.
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