A Venezia bar con telecamere e vigilantes: ok della giunta
E’ stato dato mandato al sindaco per la firma in prefettura, il protocollo d’intesa sarebbe il primo di questo tipo in Italia per garantire la sicurezza

La giunta comunale ha dato il via libera e, di conseguenza, ha passato la palla al sindaco. Sarà infatti il primo cittadino, Luigi Brugnaro, a firmare a nome di Ca’ Farsetti quando la prefettura chiamerà per rendere finalmente operativo il nuovo protocollo d’intesa per la prevenzione degli atti illegali e delle situazioni di pericolo all’interno e nelle immediate vicinanze degli esercizi pubblici.
Il testo, su cui in questi mesi hanno lavorato di concerto gli assessori al Commercio, Sebastiano Costalonga, alla Sicurezza, Elisabetta Pesce, assieme ai rappresentanti delle categorie e ai tecnici prefettizi, di fatto sarà un “patto cooperativo” tra i gestori e le forze di polizia e concretizza le direttive dell’Interno datate 21 gennaio 2025, che Venezia potrebbe quindi essere la prima città italiana a mettere in pratica.
«Va sottolineata la maturità delle categorie locali, che anche a fronte delle resistenza a livello nazionale hanno invece saputo cogliere l’opportunità di questo nuovo sistema, arrivando anche a suggerire la futura applicazione nelle altre città della provincia», rimarca Costalonga.
Le misure previste dalle linee guida riguardano l’installazione di sistemi di videosorveglianza all’esterno dei locali, nel rispetto delle norme vigenti in tema di privacy; una adeguata illuminazione; il rispetto delle previsioni di legge sulla somministrazione e il consumo sul posto di alcolici nella fascia oraria dalle 24 alle 7; l’adozione di un “codice di condotta dell’avventore”, da affiggere all’interno del locale; l’adozione di ogni misura utile a tutela dei minori; l’impiego delle figure previste dalla legge per lo svolgimento dei servizi di controllo; l’individuazione di un referente della sicurezza per il locale, che dovrà fungere da punto di contatto con le forze di polizia; la definizione di meccanismi premiali per gli esercenti “virtuosi”. «Non si vuole creare un “albo dei bravi”, dividendo tra buoni e cattivi, semplicemente chi sceglierà di aderire al protocollo dimostrerà in questo modo la sua sensibilità sul tema».
Non è una banalità: le chiusure temporanee e le sospensioni delle licenze imposte dalla questura in forza dell’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza arrivano spesso in seguito alle mancate segnalazioni degli esercizi commerciali alle forze dell’ordine, che poi contestano ai titolari una scarsa collaborazione durante e dopo episodi violenti o di rischio sociale.
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