«Rischiamo di chiudere per l’ordinanza sulle slot»

«La ludopatia è un problema serio ma non si contrasta con la limitazione degli orari. Con questa ordinanza si fa chiudere alcuni locali legali di gioco, lasciando in strada qualche centinaio di persone e non risolvendo affatto il problema. Sto chiedendo insistentemente un incontro al sindaco per manifestare quanto inutile sarà questo provvedimento per contrastare la ludopatia».
Lo spagnolo Josè Ramirez è uno dei titolari della sala Bingo di piazza XXVII Ottobre a Mestre. Una attività che dà lavoro ad una cinquantina di dipendenti diretti e indiretti più altri 75 dell’indotto. Negli anni al Bingo si sono aggiunte le immancabili slot machine, una bella fetta degli incassi. «Con l’ordinanza, saremo costretti a chiudere i battenti. Se ci limitano gli orari non siamo più capaci di sostenere le spese. Paghiamo 12 mila euro al mese di affitto, 3.400 euro di immondizie. Cinquemila euro vanno ogni mese allo Stato. Rischiamo di non farcela più. Il gioco è una attività lecita, ricordo, e noi siamo concessionari dello Stato. Sulla sala di Mestre abbiamo investito più di 2 milioni di euro. A mio avviso ci sono altri modi per contrastare la ludopatia».
Ramirez contesta così la prossima entrata in vigore dell’ordinanza che limita gli orari delle attività di sale giochi, sale scommesse e slot machine. L’ordinanza, la 363 del 2016, emessa il 16 giugno, risulta pubblicata all’Albo pretorio comunale dal 22 giugno. L’operatività scatta 30 giorni dopo, quindi dal 22 luglio. L’attività delle sale scommesse e delle sale Vlt potrà svolgersi dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19, tutti i giorni, compresi i festivi. Orari che varranno anche per gli apparecchi di intrattenimento e svago con vincite in denaro presenti in bar e tabaccherie. I locali dovranno anche esporre cartelli di avvertimento sul rischio di dipendenza dal gioco.
Le sanzioni per chi non rispetterà il provvedimento (è bene ricordarlo) vanno da un minimo di 25 ad un massimo di 500 euro. Ramirez non ci sta e chiede un confronto con Brugnaro: «Gli chiedo di incontrarci e di ascoltare le nostre ragioni. Altrimenti dovremo chiudere». Anche se l’ordinanza è valida fino a dicembre 2016. «Mi spiace dirlo ma temo che i malati da ludopatia saranno meno dei posti di lavoro che si perderanno. Sul fronte della ludopatia noi siamo pronti a collaborare con il Comune. I cartelli di avviso? Se il servizio Infogioco ha molti utenti è per la pubblicità intensa del servizio fatta dagli esercenti in questi anni, grazie al decreto Balduzzi. No, l’unico effetto sarà vedere chiudere sale in una città dove è attivo un Casinò, non toccato dal provvedimento. I miei dipendenti chiedono ora che il Comune li faccia assumere lì».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia