«Rigattieri» dimezza e cede il passo ai cinesi

VENEZIA
Rigattieri, storicissima bottega di vetri, argenti e porcellane cara a principesse e capi di Stato, si ritira in un terzo del negozio e cede il resto (135 metri quadrati) ai cinesi. Dal primo marzo, quattro delle sei vetrine dietro campo Santo Stefano esibiranno borse, cinture e scarpe made in China mentre ai piatti e ai servizi da tavola più belli della città rimarranno gli scampoli.
Una scelta dolorosa ma inevitabile visto che il titolare del negozio, Massimo Rigattieri, troppo stanco per continuare a gestire un’attività commerciale così vasta, non è riuscito a trovare nessun veneziano disposto a prendere in affitto la parte del negozio che tra pochi settimana sarà libera. «Ho dato il negozio a due agenzie per due anni – racconta – ma con i veneziani è stato impossibile accordarci. Un po’ per l’affitto ma soprattutto per la paura dell’acqua alta. Appena entravano in negozio vedevano il gradino e si tiravano indietro. Un’assurdità visto che abbiamo la vasca e abbiamo sempre continuato a lavorare anche quando c’è l’acqua alta».
In molti, vista anche la posizione di grande passaggio tra campo Sant’Angelo e campo Santo Stefano, si erano fatti vivi. Il titolare di una catena di casalinghi aveva dimostrato il suo interessamento persino dalla Svizzera. Ma ogni trattativa si è arenata sul fatidico gradino della porta del negozio che gli aspiranti inquilini giudicavano troppo basso.
I cinesi, invece, non hanno fatto troppo i difficili. Già titolari di altri tre negozi di pelletteria, avevano adocchiato Rigattieri da tempo e alla fine l’hanno spuntata. «Certo, avrei preferito affittare il negozio a un veneziano – spiega ancora il commerciante – ma alla fine non ho avuto scelta. O sfitto o ai cinesi».
E così cinesi sarà. Al posto dei servizi di piatti di Richard Ginori, del vasellame di Bassano, delle postae d’argenti, dei bicchieri in vetro di Murano, al posto delle pareti in noce, dei mobili intagliati e delle travi sul soffitto, al posto di tutto questo ci sarà una spianata di cartongesso, una sfilza di mensole bianche e una montagna di borse a buon mercato.
«Sono entrato a lavorare qui dentro da studente e non mi sono più mosso – racconta ancora i – ma ora compio 70 anni e sono un po’ stanco. Però non mollo. Mi ritiro in una superficie più piccola così non devo assumere personale e insieme a mia moglie continuo il mestiere che mi hanno insegnato i miei zii Irma e Renato».
Lunghi anni gloriosi che hanno visto affacciarsi alla porta del negozio clienti arrivati da tutto il mondo, da Ingrid Bergamn a Michelangelo Antonioni, da Ornella Vanoni alla famiglia Kennedy al quasi completo. Da Rigattieri, in autunno, è passato anche Sandro Bondi. Cercava un regalo per Berlusconi.
Manuela Pivato
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