Riforma elettorale, caos collegi a Venezia

Giudecca con la terraferma e centro storico con la Riviera. Proteste dal Pd e da Mognato (Mdp)
Per la Camera, Marcon e Quarto d’Altino finiscono nel collegio 8 con Comuni del Trevigiano. Le Municipalità della terraferma mestrina si ritrovano nel collegio assieme a Giudecca e Sacca Fisola mentre il centro storico veneziano finisce nel collegio dei Comuni dell’area rivierasca, da Campagna Lupia a Vigonovo. Non va meglio per i nuovi collegi del Senato: Mirano si ritrova assieme a Castelfranco e Treviso. San Marco a Venezia e Mestre si ritrovano nello stesso collegio di Mira. Chioggia finisce con Piove di Sacco e Adria. L’omogeneità territoriale per i nuovi collegi elettorali veneziani è un concetto strano. Dal centrosinistra veneziano si levano parole preoccupate dinnanzi alla bozza dell’emendamento ( il 3.500) del relatore della nuova legge elettorale che ieri ha cominciato l’esame in commissione alla Camera per introdurre il sistema proporzionale alla tedesca rivisitato in salsa italiana.

Legge che sul fronte dei collegi rischia di provocare un pasticcio nella nostra provincia.

Perché se è vero che si creano collegi omogenei per Veneto orientale o Riviera, la situazione prospettata nella bozza in molti casi crea confusione e disapprovazione. E lo testimoniano due voci, distinte, del centrosinistra veneziano. Emanuele Rosteghin, rimasto nel Pd veneziano a rappresentare l’ala “orlandiana” segnala i casi più evidenti.

«Mettere la Giudecca con Mestre oppure ancora il centro storico veneziano con una parte dei comuni della Riviera appare una scelta incomprensibile, frutto anche del fatto che dei collegi si occupa ora la politica e non il governo come avveniva in passato. Noi abbiamo segnalato le storture, confidando in una modifica nella discussione ma occorre che il Pd rifletta di più su una proposta di legge elettorale che deve garantire governabilità e stabilità ma che per noi deve anche garantire che la coalizione che si sceglie si basa su idee comuni». Insomma, si chiede la riconferma di alleanza di centrosinistra. Michele Mognato, ex Pd ed deputato di Mdp-Articolo1, non nasconde il fastidio: «In passato la prassi era che dei collegi si occupassero i tecnici del Ministero dell’Interno perché ovviamente un collegio può favorire questo o quel partito. Invece con questa discussione in commissione alla Camera la politica arriva direttamente ad occuparsi di collegi e visto che sappiamo bene da dove arriva questa legge elettorale e non siamo caduti dall’albero che sia l’aula a discutere di collegi qualche evidente problema politico lo crea. Noi speriamo che le storture e gli errori vengano prontamente modificati e abbiamo segnalato tutto quello che non va».

Mitia Chiarin

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