Rifiuti abbandonati sulle strade e nei fossi, via a 35 foto-trappole contro gli incivili del Veneziano

MESTRE. Foto-trappole. Non per osservare gli animali selvatici, ma per sorprendere gli essere umani incivili. Che abbandonano i rifiuti lungo le strade. Trentacinque foto-trappole saranno consegnate entro fine mese alle polizie locali operative nei 44 comuni dell’area metropolitana di Venezia.
Dispositivi acquistati con un fondo pari a 37.700 euro, di cui 20.800 arrivati come contributo della Regione, 16.900 a carico della Città metropolitana.
Un progetto per stanare i furbetti, coloro che lasciano vecchi comodini o materassi, taniche d’olio esausto, resti di materiale edile e sacchetti vari in giro per le strade del Veneziano.
Un danno ambientale, un danno estetico, e anche un danno economico. Ogni anno Veritas spende 1,5 milioni di euro per andare ripulire le aree trasformare in mini discariche abusive. Proprio per cercare di far fronte a questa situazione la Città metropolitana sta lavorando a un più ampio progetto di sorveglianza ambientale che comprende anche le foto-trappole.
Ha ottenuto anche il finanziamento di Palazzo Balbi grazie a un bando regionale in materia di sicurezza e polizia locale e che era diretto a comprare dispositivi di video-sorveglianza da dare alle Polizie locali per contrastare l’abbandono di rifiuti. In questo progetto la Città metropolitana è l’autorità competente ad applicare le sanzioni amministrative in materia di abbandono e deposito incontrollato dei rifiuti.
Le foto trappole saranno consegnate entro la fine di ottobre, probabilmente operative entro la fine dell’anno.
Le trappole sono piccoli dispositivi mobili che possono quindi essere facilmente spostate da un luogo all’altro. Ma quali sono le zone più a rischio? La città metropolitana ha chiesto a Veritas una ricognizione dei luoghi maggiormente interessanti, e Veritas ha fornito l’elenco.
Hanno in comune il fatto di essere punti meno illuminati e meno trafficati, zone note per pregressi illeciti abbandoni, fossati e scarpate delle strade, zone di confine tra diversi comuni dotati di differenti sistemi di raccolta differenziata. Se in terraferma le zone a rischio sono soprattutto a Marghera - dalla provinciale 81 a via Fratelli Bandiera, a Malcontenta - e in centro storico spicca la zona della Tana a Castello, nel resto della provincia sono varie le zone a rischio. A Dolo via Pionca, a Martellago via Sauro, a Noale via Cerca, a Spinea via Martiri, a Mira via Pallada e a Marcon via delle Industrie e via Pellico.
A Santa Maria di Sala preoccupa la zona di via Caltana, vicino al cimitero. A Chioggia via Pascolon, a San Donà via della Repubblica (davanti al Parco delle Rose) e a Portogruaro il sottopasso di via Ronchi, ma anche le vie Campeio, Majorana e Duse. A Jesolo via Belgio, incrocio con via Venier e anche viale Venezia. L’elenco è molto più lungo e riguarda anche i comuni più piccoli.
Da parte della Città metropolitana sono stati scelti dispositivi mobili e maneggevoli, proprio per poterli spostare periodicamente, in modo da garantire un’efficace azione di contrasto all’abbandono dei rifiuti. Le singole installazioni saranno concordate tra i comandi di polizia locale e Veritas. Già acquisito il parere favorevole del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, così da prevenire contestazioni sul fronte della privacy. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia