Riaperture, sorrisi amari di estetiste e parrucchieri «Traditi dalla politica»

MESTRE

Con la conferma che dalla prossima settimana si tornerà in zona arancione, a esultare potrebbero essere parrucchieri ed estetiste, le cui attività sono chiuse da un mese. Sergio Gnan, rappresentante di categoria per la Cgia di Mestre, osserva: «Fino a lunedì resteremo per forza di cose ancora chiusi, essendoci di mezzo la festività di Pasqua, ma poi? Sinceramente ancora ci chiediamo perché ci abbiano chiusi con la zona rossa, vista tutta la gente che si vede in giro. Lo trovo un controsenso. Poi, siamo di fronte a una promessa non mantenuta per la nostra categoria, con una chiara incoerenza da parte della politica. Anche se in precedenza avevamo potuto riaprire con altre fasce di colore, si ipotizzava solo una chiusura nel weekend, ma non così come è avvenuta».

Gnan poi snocciola qualche numero. «Questa fase la stiamo vivendo con delusione, per la parola non mantenuta dal governo. Ci siamo trovati spiazzati. Già nell’ultimo anno il lavoro calato del 40 per cento, e i motivi sono vari. Una parte di persone non è più venuta per risparmiare i soldi in periodo di crisi, una parte perché manca la motivazione, lavorando in smart working e senza uscite serali o cerimonie. Poi ovviamente c’è chi ha paura di muoversi, ma noi ci siamo dovuti adeguare con agende ridotte, orari scaglionati e altre misure per legge. La nostra è una categoria che rimane essenziale, per gli anziani che non riescono a lavarsi i capelli da soli o le donne che negli ultimi anni hanno fatto ampio uso di trattamenti o manicure e pedicure. A livello di fatturato è pesante la situazione, una presa in giro anche i ristori. E i soldi persi nell’ultimo mese non li recupereremo mai, è chiaro». —



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