Riaperti museo di anatomia e antica farmacia

Come si curavano i pazienti più di un secolo fa? Quali erano le erbe antidolorifiche? Che cosa si sapeva della struttura del corpo? Oggi è possibile scoprire come i medici di una volta diagnosticavano le malattie e anche quali rimedi prescrivevano ai malati, entrando nel Museo di Anatomia Patologica dell’Ospedale Civile e visitando la Farmacia Storica, aperti ufficialmente da ieri a ingresso gratuito per i veneziani e a 3 euro per gli altri visitatori. I due ambienti si trovano a fianco all’entrata principale dell’ospedale in Campo Santi Giovanni e Paolo, in quella che un tempo era la Scuola di Santa Maria della Pace, e saranno visitabili ogni lunedì dalle 14 alle 17. Dedicato ad Andrea Vesalio, il pittore fiammingo che ricostruì nei minimi dettagli la fisionomia del corpo umano e che lavorò per un periodo proprio a Venezia, il Museo di Anatomia Patologica espone libri e reperti di grande valore che finalmente sono usciti dai magazzini per tornare a raccontare l’avventura della storia della medicina. A fianco la Farmacia, ricostruita con pozioni ed erbe somministrate all’epoca, un vero gioiello che riporta il visitatore indietro nel tempo, quando le erbe rappresentavano l’unica fonte di cura. Si tratta di preziosi reperti che dal 1874 sono stati conservati e regolamentati dai direttori che si susseguirono in 140 anni, incluso il celebre medico ebreo Giuseppe Jona, conosciuto come brillante medico e uomo di grande spessore umano. Oggi si possono ammirare gli strumenti chirurgici, le tavole di studio e ripercorrere così la storia degli antichi ospedali veneziani, attivi sin dal 1190. Nel percorso è possibile anche fruire di libri che rappresentano pietre miliari della conoscenza sanitaria e che adesso, grazie alla digitalizzazione, sono disponibili a tutti. L’apertura delle due sedi fa parte di un progetto più esteso che ha lo scopo di mostrare l’ospedale anche come luogo di ricerca, di conoscenza e di cultura, oltre che di cura, come dimostra il restauro dell'ingresso del Civile e la sala con i documenti d'archivio al primo piano.
Vera Mantengoli
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