Regione, religiosi e gruppo Pederzoli per il San Camillo

Sfida a tre per l’acquisto dell’ospedale messo in vendita In pole position la cordata messa in piedi da don Pistolato
----- Original Message ----- From: lisa.derossi@libero.it To: n.pellicani@nuovavenezia.it Sent: Tuesday, February 22, 2011 4:38 PMSubject: fotoHo problemi con il server, te le devo mandare una alla volta... - L'ospedale San Camillo
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Ci sono tre scenari nel futuro dell’ospedale San Camillo e la casa di riposo Stella Maris del Lido, messi in vendita dalla Fondazione dei padri camilliani, da tempo in cerca di acquirenti. La sfida a tre chiama in causa la Regione, una cordata costituita da alcuni istituti religiosi e una società finanziaria, e il gruppo Pederzoli di Verona.


L’ipotesi della Regione.
E’ stata la prima a farsi avanti, poi si è defilata. Oggi, fonti vicine alla trattativa, la definiscono «un’ipotesi dormiente». La trattativa con la Regione risale ancora allo scorso anno quando il segretario generale della Sanità veneta, Domenico Mantoan, chiede a Giuseppe Dal Ben di preparare un dossier per valutare l’acquisto dell’ospedale di proprietà dei padri camilliani. Una trattativa arenatasi anche per i dubbi rispetto all'uso che la Regione vorrebbe fare della struttura del Lido. L’ipotesi circolata prevedeva infatti lo spostamento del polo riabilitativo dalla struttura del Lido all’ospedale di Noale sollevando le perplessità dei Comuni di Venezia e Chioggia, oltre che dei sindacati per le gravi ricadute sul piano dell’occupazione. L’interessamento della Regione all’acquisto sembra quindi scemato, almeno per il momento.


La cordata di Pistolato.
La seconda ipotesi in campo, al momento la più accreditata, è quella a cui sta lavorando da tempo don Dino Pistolato, nel ruolo di responsabile della pastorale della Salute del patriarcato. In questi giorni don Pistolato è impegnato nella definizione del piano industriale, con il coinvolgimento di una società finanziaria e alcuni istituti religiosi, tra i quali potrebbe esserci anche la Fondazione Opera immacolata concezione (Oic) di Padova, pronti a costituire una nuova società per sub-entrare nella gestione dell’ospedale e della casa di riposo, rimandando l’acquisto di un paio d’anni. Una gestione che porterebbe in dote anche un investimento di alcuni milioni di euro per la sistemazione delle due strutture. «Stiamo definendo il piano industriale», si limita a dire don Pistolato, «e la trattativa sta procedendo in modo positivo. L’obiettivo resta quello di sempre: che la gestione del San Camillo rimanga nell’orbita degli istituti religiosi». Proprio nelle prossime ore l’ipotesi sarà all’attenzione della Pontificia commissione per le attività del Settore sanitario, commissione voluta da Papa Francesco per aiutare e sostenere le strutture sanitarie ecclesiali - molte delle quali sono in difficoltà - con l’obiettivo di farle rimanere nel perimetro ecclesiale. I componenti della commissione sono stati designati nel gennaio del 2016 dal segretario di Stato, Pietro Parolin. Con l’obiettivo, spiegò lo stesso segretario di Stato in una nota, di una «più efficace gestione delle attività e per la conservazione dei beni mantenendo e promuovendo il carisma dei fondatori».


Il re delle cliniche private.
La terza ipotesi in campo riguarda l’acquisto dell’ospedale e della casa di riposo da parte del re delle cliniche private, Giuseppe Puntin, l’amministratore delegato della Pederzoli, con ospedali e case di riposo a Verona e a Rovigo. Negli ultimi anni il gruppo ha integrato nelle sue strutture la residenza assistita e l’ospedalizzazione, quindi la struttura del Lido rientra tra i possibili interessi del gruppo. Alcuni contatti ci sono già stati, ma molto dipenderà dall’esito della trattativa con la cordata messa insieme da don Dino Pistolato. Da Verona nessun commento ufficiale.


I lavoratori.
Resta il timore dei dipendenti e delle organizzazioni sindacali, da tempo mobilitati, per chiedere chiarezza e garanzie sulla cessione, e soprattutto sul mantenimento dei posti di lavoro.


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