Ravà e la garitta del Ghetto «Non c'entro nulla con la sua sostituzione»
Con il «regalo» della nuova garitta (foto sopra) per la sorveglianza del Campo del Ghetto da parte del Casinò alla Comunità Ebraica l'attuale amministratore delegato Vittorio Ravà non c'entra nulla. Precisazione necessaria, quella di Ravà, perché in una città spesso pettegola e malevola come Venezia, già iniziavano a fiorire i commenti sul fatto che il manager del Casinò, che è anche membro autorevole della Comunità Ebraica veneziana, avesse fatto per essa un'eccezione rispetto al taglio generalizzato delle sponsorizzazioni della casa da gioco, deciso d'intesa con il Comune anche per ridurre le spese in un momento di difficoltà economiche e incassi bassi. Niente, di tutto questo, come spiega lo stesso Ravà: «La decisione del Casinò di sostenere a sue spese la sostituzione della garitta, risale ai miei predecessori, su richiesta del Comune e sia l'intervento, sia la spesa, di circa 53 mila euro, risalgono ai miei predecessori. La delibera è stata approvata dalla Giunta solo ora, perché si è a lungo dibattuto su chi dovesse essere il proprietario della garitta, con la decisione poi di attribuirla al Comune, formalizzata solo ora. Posso dire con tutta tranquillità, che se la richiesta dell'Amministrazione per l'intervento a favore della Comunità ebraica fosse arrivato ora, avremmo certamente detto di no, perché non rientrerebbe più tra quelli finanziabili». Conferma anche il precedente presidente del Casinò Mauro Pizzigati: «Fummo noi a realizzare l'intervento sulla garitta in Campo del Ghetto, su richiesta del Comune e in particolare dell'assessore Mara Rumiz. Una targhetta sulla struttura ricorda anche il contributo del Casinò». (e.t.)
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