Rasel, dal Bangladesh al Bo per curare le persone

Rasel Miah è il primo bengalese del Veneziano a essersi laureato in Medicina. Ha 27 anni, è qui dal 2003, ma non ha ancora la cittadinanza
MESTRE. Il suo sogno è fare il gastroenterologo e curare le persone. Rasel Miah, mestrino, classe 1991, è il primo giovane bengalese della provincia di Venezia a laurearsi in medicina, per la gioia della famiglia che non stava nella pelle e della comunità, la più popolosa della città.
 
 
Lunedì al Bo di Padova c’erano tutti i suoi parenti, i fratelli e gli amici, emozionati come non mai. Al telefono risponde senza voce, perché i compagni di università per festeggiarlo, come da tradizione, lo hanno vestito da Aladino, lo hanno munito di tappeto e gli hanno fatto ballare la danza del ventre per la strada e importunare i passanti.
 
«Dopo tanta fatica» racconta, «un po’ di meritato divertimento è quello che ci voleva, questa è l’usanza». E Rasel alle usanze ci tiene. Il giovane non è nato a Mestre, è arrivato dal Bangladesh nel 2003, il suo paese di origine è Faridpur. Solo il fratello più piccolo dei tre è venuto alla luce in Italia. Vive a Carpenedo e sin da quando ha fatto capolino a scuola, gli insegnanti hanno capito che era molto bravo.
 
Alle medie non sapeva una parola di italiano, ma è uscito con ottimo e poi si è iscritto all’Istituto Stefanini. «Non ho ancora la cittadinanza» racconta, «non siamo riusciti per questioni burocratiche e di reddito, non perché non volevamo, mio papà ha fatto tutto il possibile. Ma non appena avrò un lavoro farò domanda».
 
Il sogno di Rasel è sempre stato fare il medico e curare le persone. «Il primo giorno di scuola ero seduto e tutti mi guardavano strano, i miei compagni di classe non erano abituati ai bengalesi, erano altri tempi, eravamo davvero pochi allora: la gente sapeva quasi nulla sulla nostra cultura e c’era molta curiosità.
 
I miei insegnanti sono stati degli angeli, mi hanno dedicato tanta attenzione e nonostante non sapessi una parola, ho imparato velocemente grazie a loro». Continua: «Fin da piccolo volevo studiare medicina, sentivo il dovere di curare le persone, così ho fatto il test a Padova e l’ho passato, ci ho messo sette anni anziché sei e finalmente grazie ai docenti e al mio relatore di tesi, mi sono laureato. Siamo in 4 in Italia ad esserci laureati in medicina».
 
E in città è l’unico, così come in tutta la Città metropolitana. Su cosa hai fatto la tesi? «In gastroenterologia, sul dosaggio degli anticorpi nelle infiammazioni croniche». E adesso? «Farò la domanda per il tirocinio di stato appena esce il bando, penso mi manderanno all’ospedale dell’Angelo, poi ci sarà il test di specialità: io ovviamente vorrei fare gastroenterologia, ma mi piacciono anche cardiologia, medicina interna e generale».
 
Una famiglia di giovani promettenti, visto che il fratello di Rasel studia, sempre a Padova, Chimica e tecnologia farmaceutica. Adesso, però, la speranza è che il bando esca in fretta: «E’ vero che mancano i medici, ma non perché non ce ne siano, noi siamo in tanti e aspettiamo solo che esca il bando».
 
Musulmano di fede, non frequenta però molto moschea. «Sono figlio della cultura bengalese e italiana allo stesso tempo» dice con orgoglio «rappresento le due metà e spero di prendere il meglio di ciascuna». —
 

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