Rapine in banca, altri due in manette

CHIOGGIA. Due nuovi arresti e la contestazione per tutto il gruppo - compresi i quattro che già erano finiti in manette ad agosto - di associazione a delinquere dedita alle rapine nelle banche. Con la notifica delle ordinanze di custodia cautelare di giovedì i carabinieri di Venezia hanno chiuso il cerchio in merito a quattro rapine - due tentate e due riuscite - avvenute tra il 30 settembre e il 27 novembre del 2015 nel Nordest, smantellando una banda tradita anche dall’ingordigia per il denaro facile.
Trasfertisti in manette. Gli ultimi due arresti riguardano Filippo Sapienza (32 anni) e Angelo Davide Maimone (28), entrambi catanesi, considerati dagli investigatori gli autori materiali delle rapine, trasferisti dalla Sicilia. Al momento dell’arresto di Maimone, avvenuto con l’ausilio dei carabinieri di Catania, è stato bloccato anche il fratello, sorpreso con quasi due chili di marijuana. Sapienza invece è stato raggiunto dall’ordinanza, firmata dal giudice Roberta Marchiori in carcere a Padova dove si trova dall’aprile del 2016 per altre due rapine commesse a Padova.
I quattro arresti di agosto. L’altro aspetto fondamentale dell’indagine coordinato dal pm Roberto Terzo è quello che ha permesso di contestare ai due catanesi e agli altri quattro arrestati lo scorso agosto l’associazione a delinquere. In manette, nella prima fase dell’operazione, erano finiti l’imprenditore padovano Marco di Mauro (53 anni), Andrea Gibin (47) e Stefano Voltolina (51) che lavoravano come meccanici alla Darsena di Chioggia e Francesco Guardo (26), catanese, che all’epoca era già detenuto anche per un omicidio.
Associazione a delinquere. Nel corso dell’ultimo anno i carabinieri del nucleo investigativo di Venezia grazie al controllo dei tabulati telefonici e alle testimonianze dei quattro arrestati sono riusciti a ricostruire con maggiore dettaglio i ruoli dell’organizzazione. Di Mauro - l’imprenditore padovano dedito alla bella vita che girava con il Porsche e con il motoscafo alla darsena di Chioggia - era il regista del gruppo, colui che si occupava di organizzare i colpi; Gibin era colui che si occupava di andare a fare i sopralluoghi nei pressi delle banche, e di nascondere il denaro; l’amico Voltolina si occupava della logistica, mentre Guardo era l’uomo che, da Catania, reclutava i rapinatori - i due arrestati l’altro giorno - che raggiungevano il Nordest per mettere a segno i colpi. A carico di tutti e sei le persone coinvolte nell'inchiesta quindi comprese le quattro che in un primo momento erano state arrestate per rapina - come sottolineato dal comandante provinciale dei carabinieri, Claudio Lunardo, dal comandante del reparto operativo, Giovanni Occhioni, e da quello del Nucleo investigativo, Carmelo Graci - è stato contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine con sequestro di persona. Nel corso dell’indagine sono state sequestrati conti correnti, auto e anche alcune cassette di sicurezza.
Le rapine contestate. Sono quattro le rapine con taglierino contestate al gruppo. Due tentate: il 30 settembre del 2015 all’Mps di Sant’Anna di Chioggia e il 19 novembre alla Cassa di risparmio di Ferrara a Rovigo. E due riuscite: il 25 novembre alla San Biagio di Ceggia - dalla quale è iniziata l’indagine - e due giorni dopo alla Popolare dell’Emilia Romagna a Copparo (Ferrara). Due colpi che avevano fruttato 300 mila euro. Indagini su altre due rapine compiute nel Ferrarese sono in corso da parte della procura locale. Altre rapine erano allo studio nel mantovano e a Formigine, in provincia di Modena, all’inizio del 2016, ma i carabinieri fecero terra bruciata attorno ai possibili obiettivi intensificando le presenze visibili mentre raccoglievano elementi per incastrare i componenti del gruppo.
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