Raid all’Edison-Volta, erano almeno in 5

Rilevate impronte diverse: oltre ai due minorenni agli arresti domiciliari, gli investigatori cercano altri tre complici
Foto Agenzia Candussi/Baschieri/ Via Asseggiano, Mestre/ Atti di vandalismo nella scuola Edison-Volta
Foto Agenzia Candussi/Baschieri/ Via Asseggiano, Mestre/ Atti di vandalismo nella scuola Edison-Volta

MESTRE. La polizia che sta indagando sugli atti vandalici all’Edison Volta cerca almeno altri tre ragazzini che ritiene complici dei due fermati martedì scorso dopo il raid all’interno dell’istituto. Raid che ha causato danni per cinquantamila euro. Oggi (lunedì 11 aprile) la scuola, dopo i lavori di messa in sicurezza per rendere agibili le aule danneggiate, riapre i battenti. Intanto i due minorenni arrestati restano in detenzione domiciliare e vengono controllati dagli agenti delle volanti anche di notte, quando si presentano a suonare il campanello.

La devastazione nelle aule dell'Edison Volta

Gli elementi fin qui raccolti hanno convinto gli investigatori della polizia a considerare il fatto che nella scuola, nella notte tra martedì e mercoledì scorsi, non c’erano solo i due ragazzini di 16 e 15 anni. Sia per un’impronta rilevata subito la notte stessa, ma poi anche per altri elementi raccolti nelle ore successive dagli agenti della polizia scientifica e dai loro colleghi della polizia giudiziaria: ci sarebbero le prove della complicità di altri.

Foto Agenzia Candussi/Baschieri/ Mestre, istituto Edison-Volta/ incontro con studenti, genitori ed autorità per discutere sugli atti di vandalismo che hanno danneggiato la scuola - nella foto la preside Zanon
Foto Agenzia Candussi/Baschieri/ Mestre, istituto Edison-Volta/ incontro con studenti, genitori ed autorità per discutere sugli atti di vandalismo che hanno danneggiato la scuola - nella foto la preside Zanon

Indagini sono in corso anche per verificare se i due ragazzi arrestati non siano responsabili anche degli altri raid, compiuti nella stessa scuola negli ultimi mesi: almeno altri tre devastazioni avvenute con le stesse modalità. Anche su questo fronte la polizia sta raccogliendo elementi utili a individuare i responsabili.

«Noi non siamo stati, noi non c'entriamo nulla». Si sono difesi così i due adolescenti di 15 e di 16 anni arrestati. Venerdì, di fronte al giudice Alessandra Maurizio del tribunale dei minori, i due, difesi dagli avvocati Giorgio Pietramala e Stefania Pattarello, hanno negato di essere gli autori dei danneggiamenti alla scuola, di cui pure loro sono studenti. Hanno spiegato che gli arnesi con cui sono stati trovati non erano arnesi da scasso ma erano stati usati per riparare il motorino di un amico, che abita proprio nei paraggi della scuola. Hanno spiegato ancora di essersi spaventati, quando hanno visto la polizia andare loro incontro, ma di non avere nulla a che fare con il raid vandalico. La polizia però sembra avere davvero pochi dubbi anche perché all'interno della scuola sono state trovate alcune impronte compatibili con quelle dei ragazzi. I due ragazzi sono agli arresti domiciliari ma i loro avvocati hanno già fatto sapere di avere intenzione di rivolgersi al tribunale del Riesame per chiederne la scarcerazione. Le prove raccolte dalla polizia però non sembrano lasciare molti dubbi, anche perché la polizia è riuscita a intervenire in tempi rapidi grazie ai sensori interni alla scuola, che hanno lanciato l'allarme alla centrale operativa della questura, a Santa Chiara.

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