Rabbia e disperazione per la morte di Omar

La fidanzata scrive il suo dolore su Facebook: «In questa notte di lacrime tu non sei qui con me, non so cosa fare, è tutto irreale. Non può essere la vita»

«Era un ragazzo che ci metteva molto impegno, uno studente e lavoratore che ci teneva a raggiungere il diploma, e che noi come scuola abbiamo cercato di sostenere in questo suo giusto desiderio».

È Maurizio Ceriello, vice preside dell’istituto Volta, a ricordare Omar Stefani, il ventenne che sabato a mezzogiorno è morto dopo essere stato sbalzato dalla motocicletta nel canale che costeggia via Bissagola, alla Bissuola. Il ragazzo frequentava la classe quinta, sezione “E”, della scuola della Gazzera, seguiva l’indirizzo elettrico-elettronico: studiava e allo stesso tempo già lavorava, come elettricista. Una professione, ricordano dalla scuola, nella quale ci metteva passione. Questa mattina, prima che i suoi compagni di classe rientrino in aula, vicepreside e professori decideranno come rapportarsi con i ragazzi anche se è difficile pensare che si possano svolgere le tradizionali lezioni.

La notizia della morte di Omar è arrivata di sabato, con la scuola chiusa, con un giro di telefonate tra gli amici. Il ragazzo, con la moto nuova acquistata da una settimana, una Kawasaki 250, stava percorrendo un breve rettilineo di via Bissagola, il tratto privato della strada che porta al magazzino comunale, nei pressi del campo sportivo, quando dopo aver perso il controllo del mezzo, ne è stato disarcionato, ha superato il basso guardrail, ed è caduto nel canale scolmatore. A tirarlo a riva è stato un amico con il quale aveva un appuntamento e che non vendendolo arrivare gli è andato incontro, trovandolo riverso nell’acqua del collettore. Con l’aiuto di un passante è riuscito a portarlo sull’erba e i medici del Suem, che nel frattempo erano stati chiamati, hanno fatto di tutto per tenerlo in vita, usando anche il defibrillatore, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. In via Bissagola si sono precipitati i genitori del ragazzo - la famiglia abita poco distante, in via Virgilio 15 - e la fidanzata, studentessa dell’istituto Barbarigo, in centro storico, che dopo aver ricevuto la telefonata e ha inforcato la bicicletta. Nella notte ha affidato a un post pubblicato su facebook i suoi sentimenti: «In questa notte di lacrime e rabbia non sei qui, e io non so che fare: è tutto troppo irreale, questa non può essere la vita». Parenti e amici in queste ore si sono strette intorno alla famiglia, alla fidanzata e all’amico fraterno, il ragazzo con il quale Omar aveva l’appuntamento, e che sabato ha cercato di fare di tutto per salvarlo. Una settimana fa erano andati insieme, lui e Omar, a prendere la Kawasaki 250 a Vicenza, ed entrambi non vedevano l’ora di provarla. Il ventenne era infatti un grande appassionato delle due ruote, moto e biciclette, che si divertiva a smontare, a dipingere e a rimontare con gli amici. Per stabilire la data del funerale si attende il nulla osta del magistrato. (f.fur.)

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