«Questo capitello non va spostato» Proteste a Caltana

Un lenzuolo sul manufatto settecentesco di via Cagnan Il sindaco Fragomeni: «Dov’è ora un pericolo per il traffico»



A Santa Maria di Sala si contano almeno una dozzina di capitelli disseminati lungo le strade del graticolato romano. Quello all’incrocio tra via Santa Lucia e via Cagnan a Caltana è senza dubbio uno dei più antichi: si stima che risalga al Settecento. Ma il tempietto da anni paga lo scotto del tempo ed è ridotto a poco più che un rudere. Oltre ai danni dovuti all’incuria e alle intemperie salta all’occhio anche il fatto che il capitello è fortemente inclinato da un lato, e il suo peso grava sull’argine del canale che costeggia la strada. Già nel 2017 il Comune aveva dovuto mettere in sicurezza la struttura con dei puntelli e una recinzione. Il problema non è quindi nuovo, ed è ben noto agli abitanti della zona e ai molti che passano di lì durante le loro passeggiate. Ma a riportare di attualità la questione, nelle ultime settimane, è apparso un lenzuolo appeso alle reti che circondano l’edicola: «Il capitello si restaura ma non si sposta!», il messaggio affidato allo striscione. Il motivo è presto detto: il Comune sta pensando a un recupero del manufatto, che comprenda uno spostamento di qualche metro all’interno rispetto alla strada, in modo da migliorare la visibilità sull’incrocio. Qualche residente non deve aver gradito la notizia, e ha espresso così il desiderio che lo storico capitello rimanga dove è sempre stato. Ma la decisione sull’arretramento non è partita dall’amministrazione, spiega il sindaco Nicola Fragomeni: «È stata la Soprintendenza a volere lo spostamento per mettere in sicurezza l’incrocio», dice, «così com’è il capitello non solo è un pericolo per la circolazione, ma c’è anche il rischio che, una volta sistemato, qualcuno ci finisca addosso e lo rovini di nuovo». Sul progetto per il restauro il sindaco assicura che «è ben presente nei nostri pensieri e si farà presto». E in quanto al “trasloco”, Santa Maria di Sala ne ha visti di ben più impegnativi: nel 1986 l’intera chiesetta della Madonna Mora, a Caselle, fu trascinata per diversi metri facendola scivolare su delle pelli di maiale. —



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