Quel dono orrendo sotto l’albero Lo sfogo: «Basta “strafanti”»
di Marta Artico
Il regalo più brutto? «Un profumo». Non ha dubbi Giancarlo Scelsi, la sorpresa che meno ha gradito e che ha trovato sotto l’albero, è sicuramente un profumo. Non rivela chi gliel’ha regalato – per educazione, ci mancherebbe – ma quanto successo a lui può essere capitato anche a molti altri, almeno una volta in vita. «Non è logico regalare un profumo – ragiona – è qualche cosa di troppo personale, rischia di non piacere e dunque di essere cattivo». Il tema del regalo orrendo tiene banco il giorno dopo il Natale: c’è chi è soddisfatto di quanto ricevuto e chi un po’ meno. Chi si attendeva qualche cosa di preciso che non è arrivato, chi non aveva nessuna aspettativa ed è rimasto piacevolmente sorpreso da quanto ha scartato. Tutti concordi però, sul fatto che l’importante è stare in compagnia con amici e parenti e mangiare un po’ più del solito, un punto sul quale nessuno ha da ridire. «Certo – aggiunge subito dopo il signor Scelsi – i regali se fatti vanno comunque accettati, specialmente se donati con il cuore». Indica un maglione che porta addosso, per far capire che quello invece, gli è piaciuto eccome, a differenza del profumo.
«Il regalo più brutto – commenta con ironia Renato – è quello che non hai ricevuto». In effetti il discorso non fa una piega. Meglio aprire qualche cosa che nulla. «E comunque – aggiunge subito – è sempre un piacere riceverne: il problema è che al giorno d’oggi si fanno regali tutto l’anno e tutti i giorni». C’è chi però preferisce parlare del regalo più bello, o comunque originale: «Ho ricevuto una casetta in legno per gli uccellini che si apre alzando il tetto e ci si mette pure il cibo dentro – spiega Sergio soddisfatto – davvero una cosa gradita». Per lui che ama i volatili, non poteva esserci nulla di più azzeccato, tanto che mentre racconta del funzionamento del suo nuovo oggetto, gli si illuminano gli occhi. Regali? «Quest’anno son stati dolori – sbotta Vittorio Ventura – ma l’unico regalo che interessa veramente, è la salute». Come dargli torto. «A me non piacciono gli “strafanti” – racconta invece Giorgia – non amo quando mi regalano porta-trucchi, quegli aggeggi che servono per attaccare le borse ai tavoli quando si è al ristorante, tutte quelle cose inutili che poi riciclo per qualcun altro: preferisco di gran lunga un libro, se proprio un amico o parente mi vuol fare un presente». L’aggettivo bello piuttosto che orrendo per declinare un regalo avuto in dono dunque, è piuttosto soggettivo. «Il concetto di regalo brutto – precisa Cesare Minio – secondo me indica un regalo che hai già». Un doppione, insomma, qualche cosa di cui non sai che fartene. «Nel mio caso ho ricevuto delle bellissime catene per l’auto – fa sapere – ma mi servivano e dunque non sono certo “brutte”».
«Io ho avuto l’unico regalo che volevo – sintetizza Claudio Spolaor – le persone cui voglio bene, figli e nipoti a pranzo con me per le feste».
C’è pure chi i doni, belli o brutti che siano, li ha aboliti perché era stufo, sostituendoli con qualche cosa di diverso. «Basta regali – spiega Renza Da Campo – oramai li facciamo solo ai più piccoli, tra noi adulti non ci regaliamo proprio nulla. Anche se – aggiunge – mio figlio mi ha regalato un viaggio in Olanda, la sorpresa più bella di tutte».
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