«Quel cantiere va sequestrato»

Chioggia. Rumori alla “Co.Na.Var.”, il Riesame accoglie l’appello del pm. Ma la difesa può fare ricorso
Di Giorgio Cecchetti
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.05.2014.- Cittadella della Giustizia, Piazzale Roma
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.05.2014.- Cittadella della Giustizia, Piazzale Roma

CHIOGGIA. Il tribunale del Riesame di Venezia presieduto dal giudice Angelo Risi ha accolto l’appello del pubblico ministero Giorgio Gava e, al contrario di quello che aveva stabilito il giudice Andrea Comez, ha deciso per il sequestro del cantiere navale “Co.Na.Var. srl” di via Bellemo. Si tratta di uno dei maggiori di Chioggia, costruisce imbarcazioni da diporto e sportive e svolge manutenzioni per i grandi pescherecci, ma si trova in una zona densamente abitata e sono stati proprio gli abitanti del caseggiato che confina con l’area di cantiere a mobilitarsi - hanno cominciato a farlo già anni fa - a causa del rumore insopportabile che durante il giorno proviene dall’area all’aperto dell’azienda.

I carabinieri della polizia giudiziaria della Procura lagunare avevano appurato che, durante il giorno quando il lavoro all’interno del cantiere è in pieno svolgimento, i decibel superano addirittura di cinque volte il limite massimo consentito dalla norma nei centri abitati e il rappresentante della Procura, sulla base di queste misurazioni, aveva chiesto il sequestro dell’intera azienda. Ma il giudice aveva detto di no, sostenendo che si trattava più di una questione amministrativa che penale. A quel punto il pm aveva presentato ricorso al tribunale, che ieri gli ha dato ragione. Il rappresentante dell’accusa non può ancora eseguire il sequestro perché il titolare Daniele Varagnolo, attraverso i suoi avvocati, può presentare ricorso alla Corte di Cassazione proprio per bloccare la decisione del tribunale, in attesa appunto della pronuncia dei giudici di Roma.

Sono soprattutto gli abitanti dei caseggiati che confinano con l’ultimo dei sette scali utilizzati dai dipendenti che in più occasioni si sono lamentati: sono quelli del condominio San Paolo, che hanno anche sostenuto la loro causa davanti al tribunale amministrativo regionale, al quale aveva ricorso Varagnolo.

Il Comune di Chioggia due anni fa era intervenuto e il sindaco aveva firmato un’ordinanza che imponeva alla “Co.Na.Var.” di ridurre le emissioni sonore. Varagnolo aveva presentato ricorso al Tar: si lamentava di non essere stato informato in anticipo delle misurazioni acustiche svolte dall’Arpav, ne contestava alcuni aspetti tecnici e riteneva inadeguato il piano di classificazione acustica del Comune, risalente al 2002. Ma i giudici amministrativi avevano ritenuto che andasse “riconosciuta all’Arpav la facoltà di svolgere i controlli senza preavvisare gli interessati perché altrimenti l’esito delle misurazioni avrebbe potuto risultare non attendibile” e aveva ribadito la correttezza delle tecniche e delle norme (compreso il piano acustico) utilizzate. Nonostante la sentenza, però, i rumori erano egualmente proseguiti e allora i residenti hanno puntato su Procura e carabinieri, che ultimamente si sono mossi proprio per limitare i rumori fuori norma e non solo quelli prodotti da discoteche e locali notturni, come è accaduto con i sequestri di impianti sonori a Sottomarina e a Jesolo.

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