Quarantadue anni, sanissimo. Il falconiere Ivan Busso muore di Covid

Conosciutissimo per la sua attività in tutta la provincia. Il racconto straziato della moglie Elisa: «Sembrava potesse farcela. Stava bene, i primi sintomi il 3 dicembre: poi il ricovero e l’aggravamento»
MIRA. È morto ad appena 42 anni a causa delle conseguenze del Covid: Ivan Busso, conosciutissimo in tutto il Veneziano per la sua attività di falconiere, è l’ennesima vittima giovane del virus che sta sconvolgendo le nostre vite.
 
Con i suoi falchi lavorava negli hotel di lusso di Venezia e anche al cimitero di San Michele, dove veniva chiamato spesso per allontanare i piccioni che provocano danni sugli edifici storici.
 
L'uomo viveva con la moglie Elisa e la figlia di appena due anni, in via Lago di Vico a Malcontenta. In precedenza aveva fatto anche l'elettricista. Nessuna patologia pregressa, a conferma che questo virus non guarda in faccia a nessuno e può trasformarsi in una trappola mortale anche nelle persone sanissime.
Straziata dal dolore la moglie Elisa, che racconta ciò che è successo.
 
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Ivan Busso con la sua bambina
 
«Mio marito – spiega la donna – ha cominciato ad avere i primi sintomi del Covid lo scorso 3 dicembre. Una febbre alta. Poi il tampone e nei giorni successivi sono cominciati ad emergere sintomi più forti come la tosse. L'8 dicembre scorso la situazione si è aggravata ancora di più. La tosse era persistente e mio marito non aveva una buona saturazione. Faceva davvero fatica a respirare. Per questo è stato deciso il ricovero».
 
L'uomo è stato portato a Dolo, dove è stato ricoverato inizialmente nel reparto di medicina interna dell'ospedale. A quel punto però le condizioni si sono ulteriormente aggravate e per lui è stato necessario il ricovero nel reparto di terapia intensiva. «Dalle radiografie fatte – spiega la moglie – le condizioni dei polmoni erano davvero critiche. Dopo qualche giorno però la situazione clinica pareva migliorata. Mio marito era anche stato svegliato dalla terapia intensiva, Si era anche negativizzato al tampone».
 
Purtroppo però, come spesso succede in casi di Covid, a Ivan Busso è subentrata una infezione ulteriore che ha provocato altri danni. «La situazione - racconta la donna – infine è precipitata negli ultimi giorni. Due giorni fa sono stata avvisata che c'era poco da fare: i polmoni erano stati colpiti in modo troppo duro dalla malattia. Si è tentato un trasferimento in extremis all'ospedale dell'Angelo, in cui c'era un macchinario che poteva aiutarlo a respirare, ma purtroppo non c'è stato nulla da fare».
 
Alla tragedia si aggiunge un dramma: «La malattia ha colpito me, seppure in modo lieve – spiega la moglie – e i famigliari. Quelli più gravi sono i miei suoceri che sono entrambi in terapia intensiva. Prego ogni giorno per loro».
«Tutta la comunità – spiega don Alessandro, parroco di Malcontenta – è profondamente scossa».
 
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