Puntatori contro gli aerei denunciate due persone

Un 71enne veneziano e una donna cinese di 46 anni smascherati dai carabinieri Avevano ben sei storditori camuffati in torce e oggetti laser: vere e proprie armi
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Smascherati i venditori di puntatori laser che danno fastidio agli aerei in atterraggio e in decollo da Tessera.

I carabinieri della compagnia di Venezia, nel corso di un servizio volto a contrastare la vendita abusiva di prodotti di natura elettrica ed elettrotecnica, hanno denunciato per porto di armi o oggetti atti ad offendere, S.G., un settantunenne di Venezia, residente in centro storico e Z.H., una quarantaseienne cinese, regolarmente in Italia e residente in un centro della provincia.

Le due persone sono state controllate in pieno centro storico a Venezia e trovate in possesso di ben sei storditori a carica elettrica, camuffati in torce, e quattro puntatori laser, la cui potenza supera quella consentita dalla normativa specifica Ceeper commercializzarli in campo nazionale.

Trattandosi di oggetti, classificabili come “armi”, il cui porto è vietato o è consentito solo a seguito di giustificato motivo, è scattata per i due soggetti la denuncia all’autorità giudiziaria.

L’uso di puntatori laser contro gli aerei sta diventando una pratica disgustosa a Venezia e provincia. Sono stati riscontrati casi nei quali sono stati disturbati i velivoli che stanno preparandosi ad atterrare a Tessera, sia dal Ponte della Libertà che da Chioggia e anche dal centro storico di Venezia. Giorni fa erano stati bloccati in un treno in movimento due ventenni trevigiani con il puntatore laser in mano, rivolto verso l’aeroporto di Tessera. Erano a caccia di altri aerei da colpire con il fascio di luce verde.

Non si sono erano nemmeno accorti dei due poliziotti della Polfer, che li stavano cercando dopo la segnalazione di un pilota di cargo, disturbato dal raggio luminoso mentre era in fase di decollo. La coppia è stata denunciata con una accusa molto grave: attentato alla sicurezza dei trasporti. Un reato per il quale si rischia da uno a cinque anni di reclusione. Quei fasci erano stati “sparati” da un treno in movimento sul Ponte della Libertà.

Quanto all’ultimo caso sono in corso ulteriori accertamenti per verificare la provenienza del materiale e gli eventuali canali di approvvigionamento. Tutto questo per contrastare la vendita abusiva di materiali i cui requisiti di funzionamento e destinazione di impiego possono creare gravi problemi al trasporto aereo e anche alle persone.

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