Prostituzione sul Terraglio: «Donadio incassava il pizzo»

MOGLIANO. Voleva farsi pagare cinquanta euro al giorno da una prostituta per l’affitto della zona sul Terraglio in cui adescava i clienti. Era arrivato anche al punto di minacciarla fisicamente e per questo il moldavo Dumitru Baciu, difeso dall’avvocato Daniele Panico, è finito a processo per tentata estorsione dopo che la donna, una ungherese, si è ribellata e l’ha denunciato alle forze dell’ordine..
Le minacce
I fatti contestati dalla Procura risalgono al gennaio del 2018. L’uomo, insieme ad un’altra persona che al momento non è stata ancora individuata, si era avvicinato alla ragazza in piazza Duca d’Aosta per dirle che lei doveva dargli 50 euro per poter stazionare in quel posto in attesa dei clienti. Al rifiuto della donna, Baciu le avrebbe detto che sarebbe tornato e che le avrebbe provocato seri problemi. La prostituta però ha preferito non pagare e denunciare tutto alle forze dell’ordine che in breve tempo hanno identificato il moldavo denunciandolo per tentata estorsione, accusa per la quale ieri è finito a processo. Una vicenda che porta alla luce ancora una volta il problema della prostituzione, in particolare sul Terraglio, strada da sempre affollata di lucciole.
Il traffico e i casalesi
Anche su questa arteria si stanno verificando importanti cambiamenti nella gestione del racket. Fino ad oggi si è sempre ritenuto che la “tratta delle bianche” che per anni ha popolato di prostitute le notti del Terraglio fosse un affare in mano alla malavita dell’Est, seguita a quella albanese. E invece per lungo tempo non è stato solo così. Perchè sopra i “papponi” e i protettori locali, c’erano i Casalesi. Erano loro a tirare le fila del racket delle prostitute fra Treviso e Mestre: tenevano sotto scacco i protettori e gestivano i rapporti con gli altri gruppi di sfruttatori interessati alla zona, ovvero albanesi e rumeni. È il retroscena svelato dalla fittissima indagine della Procura presso la Direzione investigativa antimafia di Venezia che ha portato ai 50 arresti per collusioni con la camorra scattati due settimane fa tra il litorale veneziano e la Marca. Da quelle carte e dalle intercettazioni dei tanti membri del sodalizio criminale, si scopre anche il ruolo chiave che aveva il Terraglio per i Casalesi “nostrani”. «Donadio estorceva il pizzo anche a me per lo sfruttamento della prostituzione. Gli pagavo una commissione di 1000 euro la settimana per le prostitute. Ogni sera facevo pagare a ciascun sfruttatore, per garantire la protezione del posto e della strada, 50 euro per prostituta. Se sorgevano problemi intervenivano gli uomini di Donadio». Sono le parole di uno degli esponenti del clan a spiegare come funzionava il sistema messo in atto dal clan casalese. Era il boss Donadio a incassare il pizzo e a garantire protezione, ma era anche Donadio a gestire i rapporti di pace lungo il Terraglio. —
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