Pronte le prime cause contro l’amministratore di condomini scappato

Appello dei tecnici dopo il buco: «Piva deve darci una mano a gestire l’emergenza negli 83 palazzi». Già convocate le prime assemblee
Studio di Pietro Piva, amministratore condominiale.via Spalti 34, Mestre
Studio di Pietro Piva, amministratore condominiale.via Spalti 34, Mestre

MESTRE. «Abbiamo bisogno dell’aiuto di Piva. Sto cercando di contattarlo per ottenere la sua collaborazione attiva per valutare i fascicoli di ciascun condominio, altrimenti ci troviamo ad affrontare una impresa davvero ardua». È al lavoro, nel suo studio, anche di domenica Angelo Rizzi, presidente dell’Anaci Venezia, l’associazione degli amministratori di condominio a cui era iscritto Pietro Piva, resosi irreperibile dopo aver lasciato la gestione delle 83 palazzine da lui gestite con un passivo che arriva a 1 milione e 300 mila euro in bollette e fatture non pagate anche se regolarmente versate dai condòmini.

Le prime assemblee con gli inquilini, circa 800 famiglie sparse per la città, sono in programma a quanto si è capito dal prossimo 10 ottobre e saranno gestite da Antoci, presidente regionale dell’associazione degli amministratori con cui Piva si è confidato per primo

. Rizzi spiega che Antoci ha gestito le prime convocazioni direttamente ma precisa anche di voler, per conto dell’Anaci, chiedere l’aiuto diretto di Piva ( e non solo della figlia, che è stata delegata ad aprire l’ufficio dell’amministratore irreperibile per acquisire i fascicoli).

«Siamo rimasti spiazzati anche noi», spiega Rizzi, «confermiamo la nostra disponibilità a fornire supporto tecnico legale per le varie assemblee e stiamo chiedendo ai condomini di operare anche con autoconvocazioni, mettendo a disposizione la nostra sede. Ma vorrei fosse anche chiaro che noi non sapevano nulla di questa vicenda. Lo abbiamo saputo giovedì scorso, venerdì abbiamo incontrato in serata l’avvocato che ha consegnato le convocazione di Piva e poi il lunedì la vicenda è diventata pubblica».

Intanto inquilini e proprietari di appartamenti amministrati da Piva, preoccupati, si muovono e qualcuno prepara le prime cause. Una decina hanno preso contatto per una consulenza legale all’Uppi di Mestre, l’Unione piccoli proprietari.

«Decisivo è venire a capo dei conteggi per gestire la situazione ma molti chiedono un legale», spiega Valerio Lastrucci. «Il rischio è di non vedersi tutelare visto che il nuovo codice ribadisce la centralità dell’amministratore contro gli inquilini morosi ma non chiarisce quali tutele hanno invece gli inquilini nei suoi confronti. I nostri uffici sono a disposizione dei cittadini per le consulenze e l’aiuto», dice Carlo Garofolini dell’Adico di Mestre. E Lorenzo Miozzi del Movimento consumatori è pronto ad agire: «Stiamo per aprire uno sportello del Movimento, dedicato proprio al settore della casa. E grazie ai nostri consulenti offriamo ai cittadini dei condomini gestiti da Piva l’aiuto di esperti per venire a capo dei conteggi sulle spese condominiali, importanti per riuscire a stabilire se ci sono o meno stati degli ammanchi. E capire dove possono essere finiti i soldi. Noi siamo pronti ed operativi per aiutare questi cittadini».

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