Progetto di Alvaro Siza, lavori incompiuti, lo scandalo delle case Ater alla Giudecca

Un contenzioso con il Comune su chi debba completare i servizi blocca da anni i diciannove appartamenti di Campo Marte 
Il cantiere degli appartamenti Ater alla Giudecca, incompiuto da almeno due anni
Il cantiere degli appartamenti Ater alla Giudecca, incompiuto da almeno due anni

VENEZIA. Chissà se un giorno qualcuno chiederà mai i danni erariali a chi lascia diciannove appartamenti da finire, per anni, e destinati all’assegnazione pubblica. Case per chi ne ha bisogno.

È la storia dell’edificio progettato dall’architetto Alvaro Siza in campo di Marte alla Giudecca, l’ultima parte di una struttura ad “L” è costato fino ad ora oltre un 1,5 milioni di euro. Una disputa tra Ater e Comune su chi deve realizzare i servizi previsti nel campo che sorge davanti all’edificio, blocca gli ultimi lavori.

E un edificio da milioni di euro è lì a deperire in parte incartato dai teli da cantiere e dall’altra schermato dalle impalcature. Davanti un campo di detriti, sacchi di calce, un silos per il cemento, pallet accatastate, calcinacci ed erba. E in un angolo sacchetti di rifiuti gettati sa chi abita in zona.

La fame di case a Venezia è conosciuta. È una fame antica. Lo raccontano decine di occupazioni, picchetti contro gli sfratti e gente che si trasferisce in terraferma perché le case dei privati costano troppo. Comprarle o prenderle in affitto è lo stesso. È così da decenni.

L’ultimo segno di vita attorno all’edificio dell’architetto portoghese risale al giugno del 2019. A dieci anni dall’inizio dell’intervento sembrava fatta. La mattina del 17 giugno c’è stata la consegna, da parte dell’Ater, dei lavori all’impresa che doveva terminare gli alloggi. La precedente ditta si era fermata perché fallita. Da quella mattina l’impresa aveva 175 giorni per portare a termine il cantiere. Sono passati due anni e tutto è ancora fermo.

Il mese prima l’Ater aveva approvato il progetto esecutivo delle opere di urbanizzazione primaria a completamento del primo stralcio, una parte del secondo stralcio e le opere provvisorie attorno gli edifici dell’Ater in Campo Marte. Una spesa complessiva di oltre 568mila euro. In quel modo per l’Ater era possibile portare avanti contemporaneamente i lavori all’interno e all’esterno dell’edificio residenziale.

Trionfante il presidente di Ater Venezia Raffaele Speranzon disse: «Abbiamo mantenuto la promessa, finalmente si riparte con i lavori e con novità tecnologiche rispetto ai precedenti alloggi, come il raffrescamento e il riscaldamento a terra, gli impianti per le piastre a induzione elettrica. Gli edifici sono tutti dotati di ascensore e di una sala comune per incentivare l’aggregazione sociale, non escludiamo che il tipo di utenza finale possano essere proprio loro. Ringraziamo anche l’attenzione dei cittadini che hanno raccolto le firme per la prosecuzione del cantiere, saranno loro le nostre “sentinelle” sul territorio, anche se l’Ater monitorerà e sorveglierà da vicino l’esecuzione di tutti i lavori. Quella di campo Marte è una storia travagliata iniziata 40 anni fa, a cui ora si potrà finalmente mettere la parola fine». Speranzon eletto consigliere regionale si è dimesso da presidente e l’edificio Siza è ancora incompiuto.

Due anni fa lo stesso Speranzon sottolineava che «grazie alla convenzione tra Ater e Comune, potremo realizzare contemporaneamente le opere di urbanizzazione, man mano che si realizzeranno gli alloggi: sistemare i corridoi di pavimentazione attorno agli stabili in modo definitivo». Poi la piazza rialzata dove tutto si è fermato. Chi deve terminare i lavori relativi ai sotto servizi?

Servirebbero circa 1,5 milioni di euro, ma non trattandosi di una corte interna ad uso esclusivo degli inquilini, bensì di un campo aperto, l’Ater sostenne che non poteva essere lei a farsi carico della spesa. —

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