Ancora lavori in corso, la discarica abusiva di Chioggia chiuderà il ciclo di bonifiche

Tra gli 81 siti per i quali l’Italia ha pagato più di 300 milioni di euro è l’unico con i lavori in corso. La scoperta dell’amianto nel 2019 ha rallentato il cantiere di Val Da Rio, conclusione a dicembre

Franceso Furlan
L'area della discarica Val da Rio di Chioggia
L'area della discarica Val da Rio di Chioggia

Il lungo contenzioso dell’Italia con Bruxelles è stato aperto nel 2013. Si chiuderà, se tutto filerà liscio, con la fine dell’anno.

Dopo dodici anni e oltre trecento milioni di sanzioni pagate all’Unione europea per la presenza di 81 discariche abusive. Duecento mila euro a semestre per ogni discarica, 400 mila per quelle contenenti rifiuti classificati come pericolosi. Se davvero questo lungo contenzioso si chiuderà con la fine dell’anno e la messa in sicurezza di tutti i siti, tutto dipende da Chioggia.

«Possiamo dire che è l’anno della chiusura del contenzioso con l’Europa in merito alla causa C-196/13», ricorda il commissario per le bonifiche, il generale dei carabinieri Giuseppe Vadalà, «perché 80 siti su 81 risultano bonificati. Per l’area Miatello di Marghera siamo in attesa di una risposta da parte dell’Unione europea ma i lavori sono sostanzialmente conclusi. Rimane solo il sito di Chioggia sul quale stiamo operando per concludere a dicembre 2025 la messa in sicurezza secondo i parametri fissati dall’Europa. La collaborazione con tutti gli enti locali e l’Autorità portuale è stata fondamentale per gestire una vicenda molto complessa».

Il 2 dicembre, se non vi saranno intoppi, dovrebbe quindi essere spedito, destinazione Bruxelles, il dossier per certificare l’iter delle operazioni amministrative ed esecutive realizzate per la bonifica dell’area di Val Da Rio, compresa nel sedime gestito dall’Autorità portuale.

Se la bonifica del sito di Chioggia arriva per ultima, è perché si tratta di un sito portuale, un’area molto vasta e nella quale è stato trovato anche amianto. Una contaminazione «diffusa in modo pervasivo in tutta l’area, anche a profondità significative», recita la relazione di un sopralluogo.

Era il 2019 quando vennero trovate le prime tracce di amianto, durante la fase iniziale dei lavori di bonifica ripristino e riqualificazione complessiva dell’ex discarica di rifiuti solidi urbani di Chioggia, attiva dal 1961 al 1984. Anni in cui in discarica finiva un po’ di tutto.

Una discarica che, per ammissione dello stesso commissario, ha rappresentato il caso più complesso tra gli 81 siti sparsi per l’Italia. Non solo dal punto di vista tecnico, ma anche finanziario, rappresentando, con interventi per circa 40 milioni di euro, circa un sesto dell’intera contabilità speciale del Commissario. Solo pochi giorni fa c’è stato un sopralluogo di Spisal e Arpav per verificare che, dopo aver ricevuto alcune segnalazioni, la correttezza dei lavori.

«La relazione dice che tutti i valori sono nella norma», dice il sindaco di Chioggia, Mauro Armelao, «e ora aspettiamo dicembre per vedere la conclusione dei lavori di messa in sicurezza di una discarica che risale agli anni Sessanta». Con numeri che fanno impressione: un’area di 55 mila metri quadrati con 395 mila metri cubi di rifiuti solidi urbani. «Una volta concluso solo una parte dell’area potrà essere utilizzata con funzioni portuali», prosegue Armelao.

Non solo di Chioggia però si è occupato il commissario. Gli altri interventi chiusi nel corso degli anni hanno riguardato l’area indicata come Malcontenta C bonificata (tra via Malcontenta e via Lago di Garda) nel giugno del 2018 e per la quale lo Stato ha pagato 1,2 milioni di euro in sanzioni, e l’area Moranzani B (bonifica conclusa nel giugno del 2023).

Nel Veneziano ci sono stati altri due interventi, realizzati dal commissario sempre con Veneto Acque: le discariche di Robegano in località Sant’Elena (12 mila metri quadrati, lavori conclusi a dicembre 2019) e di via Teramo a Mira, lavori conclusi nel dicembre del 2023.

«La dimensione per estensione dei siti commissariati pone il Veneto», si legge nell’ultima relazione del Commissario per le bonifiche, «come la regione con più m quadrati da bonificare (e in gran parte già bonificati, ndr) di quelle commissariate (oltre 622.000) nonostante cubi solo il meno del 9% dei siti sul totale, ma in termini di estensione supera il 43% del totale elle aree».

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