Prodotti a Marghera i kit diagnostici che ora tutti cercano
A metterli a punto è la Experteam dei biologi De Bortoli e Schiavon che ha sede al Centro Vega, vanta numeri in forte crescita e rifornisce gli ospedali del Veneto

Il laboratorio diagnostico Experteam fondato dai biologi Angelo de Bortoli e Federica Schiavon
VENEZIA. In tempi non sospetti (era il 1996) Angelo De Bortoli e la collega Federica Schiavon, di professione biologi, hanno creato la Experteam Srl, azienda con sede al parco scientifico Vega di Venezia, specializzata in kit per la biologia molecolare applicati alla genetica umana e alla ricerca di virus, tema quest’ultimo divenuto cruciale con l’avvento della pandemia di coronavirus. Fatturato da 1,5 milioni di euro l’anno, una rete di 22 collaboratori, una seconda sede a Padova, il 90% delle forniture venduto in Italia, la restante parte nel resto d’Europa. Negli ultimi mesi la Experteam è stata impegnata nella fornitura di kit per la diagnosi del Covid-19.
I KIT PER IL CORONAVIRUS
«Abbiamo risposto all’emergenza mettendoci subito a distribuire i kit per l’estrazione manuale degli acidi nucleici che consentono di procedere all’identificazione genetica del Sars-Cov-2 tramite il materiale biologico raccolto con i tamponi nasofaringei» spiega il dottor De Bortoli. Lo scoglio da superare? La mancanza di reattivi sul mercato, per i quali l’Italia è dipendente in toto dalle multinazionali della chimica con base negli Stati Uniti e in Asia. «Abbiamo rifornito gli ospedali del Veneto con qualche centinaio di kit diagnostici, ciascuno dei quali consente di testare un centinaio di persone» prosegue il biologo De Bortoli «per venire incontro alla grande domanda abbiamo anche cercato di reperire sistemi già pronti tramite la nostra rete di contatti. Se prima rispondevamo solo alla richiesta della sanità pubblica, nelle ultime settimane anche i privati si stanno facendo avanti».Un’attività divenuta preponderante, che si è affiancata agli altri prodotti di punta dell’azienda: i kit diagnostici per l’infertilità maschile, per la celiachia, per patologie rare quali l’X fragile, nonché l’applicazione delle tecniche di biologia molecolare in ambito microbiologico.

Angelo De Bortoli, biologo della Experteam srl, e l'ingresso del centro Vega a Marghera
IL POST-COVID
Quello che emerge più che mai è la necessità che l’Italia investa di più nelle biotecnologie, e un buon esempio a cui ispirarsi in questo senso potrebbe essere la Corea.
«Il nostro Paese, pur avendo un altissimo valore nella ricerca in ambito universitario e ospedaliero soffre per la mancanza di una struttura industriale in grado di tenere il passo con la capacità scientifica e diagnostica» sottolinea De Bortoli.
Gli investimenti scarseggiano in quest’ambito e i risultati si sono visti nel bel mezzo della pandemia, dove non solo era impossibile trovare i reagenti, ma anche guanti e mascherine chirurgiche.
«La prossima sfida riguarderà l’automazione dei processi legati alla determinazione del Covid» annuncia il dottor De Bortoli, che insieme al suo team sta cercando di elaborare strumenti in grado di accelerare i processi diagnostici, applicando la meccanica alla biomedicina, l’informatica alla biologia.
La sfida è avveniristica e chiama in causa formazione e produzione. Il dottor De Bortoli già s’immagina il “laboratorio del futuro” firmato in buona parte Experteam: «Bracci meccanici per lo spostamento di provette, lettori di codice a barre per identificare i pazienti senza digitare i dati uno a uno, l’utilizzo del vuoto per processare i campioni. Nel futuro sarà strategico far dialogare le competenze, abbinando salute e biotech diagnostico».
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