Processo a Maniero, oggi la sentenza rischia 6 anni e 8 mesi per maltrattamenti

Carlo Mion
Felice Maniero ha inviato un telegramma dove chiede scusa al giudice Roberto Spanò che dieci giorni fa aveva ricusato in malo modo. E poi ha ritirato la ricusazione. Anche se la Corte d’Appello di Brescia aveva rigettato la sua richiesta. Oggi, Maniero, il “boss solo” sarà giudicato dal Tribunale di Brescia per i maltrattamenti riservati alla compagna Marta Bisello che, stanca delle angherie e della violenza patite, lo aveva denunciato. Da ottobre Maniero è in carcere. A Brescia rischia una condanna che in proporzione è molto più pesante degli anni di pena che ha preso per essere stato il capo di un gruppo criminale di stampo mafioso, per aver partecipato a una decina di omicidi, per aver trafficato quintali di stupefacenti, aver commesso rapine e trafficato in armi.
Ma quella era una pena frutto di accordi con lo Stato che in cambio ha ricevuto la sua resa, il suo pentimento e i nomi dei suoi uomini.
Il 26 maggio la pm Lorena Ghibaudo ha chiesto per Maniero 6 anni e otto mesi. Ma prima della richiesta pesante c’è stato un Maniero show con tanto di ricusazione del giudice. Sceneggiata che non aveva reso felice il suo avvocato Luca Broli, che per amor di patria ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato e in subordine la derubricazione dei reati. L’ex boss del Brenta ha nominato un nuovo legale, l’avvocato Pietro Paolo Pettenadu, che affianca Luca Broli e che ha chiesto termini a difesa.
Maniero contestualmente, con atto redatto da lui stesso, aveva chiesto la ricusazione del giudice Roberto Spanò che non ritiene più obiettivo in quanto nella precedente udienza, dopo che Maniero aveva abbandonato bruscamente il collegamento video dal carcere, aveva avanzato dubbi sulle capacità psichiche dell’ex boss. Il giudice aveva paventato la possibilità, quindi, di sottoporre l’imputato a una perizia psichiatrica. «Il giudice mi ha bullizzato», aveva scritto Maniero nella ricusazione. «L’ipotesi di procedere a perizia psichiatrica è stata coltivata nell’interesse stesso dell’imputato», la replica della Corte d’Appello di Brescia.
Da tempo, infatti, Maniero sostiene di soffrire di depressione dovuta a vari fattori: dalla mancanza, o presunta tale, di soldi, fino alla solitudine affettiva in cui è costretto per aver perso i rapporti familiari. Infatti ha rotto con la famiglia di Marta Bisello e con il figlio Alessandro, avuto dalla sorella di Marta, Rossella, la donna morta in circostanze mai chiarite. Felicetto non parla nemmeno più con la sorella e la madre, dopo aver fatto finire in galera il cognato per una questione di soldi. L’uomo aveva riciclato denaro per conto di Maniero, ma se n’era tenuto un po’. —
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