«Prevenzione anche per gli sportivi»

Zuin e il rischio di infarti: «Sotto i 45 anni pesano le patologie non conosciute»

Il tema, purtroppo, è di forte attualità. In poche settimane si sono registrati sul territorio alcuni casi di giovani morti per arresti cardiaci occorsi senza apparente motivo.

Ragazzi delle province di Venezia e Treviso, dai 17 ai 24 anni, atleti dilettanti, colpiti mentre facevano sport o anche solo mentre stavano tornando a casa. Il caso di Astori, capitano della Fiorentina morto nel sonno a Udine, è solo il più eclatante per l’impatto emotivo che ha avuto. Per cercare di capire le cause di questi decessi abbiamo sentito Guerrino Zuin, direttore dell’Unità Coronarica dell’Ospedale all’Angelo. Spiega il dottor Zuin: «La morte improvvisa da arresto cardiaco nello sportivo è un fenomeno che potremmo definire ‘raro’. Si stima che l’incidenza di morte improvvisa per patologie del cuore, in un anno, sia all’incirca di 1 caso ogni 100.000 atleti. In una regione come il Veneto, l’incidenza è di circa 5 casi all’anno, cioè cinque atleti colpiti da un fatto letale che non ci si aspetterebbe possa accadere a persone dedite allo sport». Va detto che nella nostra regione la pratica dello sport è molto più diffusa rispetto ai soli tesserati, poiché circa 44% dei veneti dichiarano di praticare attività sportiva. Molte sono quindi le persone che praticano lo sport. «La causa dell’arresto cardiaco è nella stragrande maggioranza dei casi», sottolinea Zuin, «un’aritmia cardiaca ipercinetica. In pratica accade che il cuore accelera i suoi battiti fino al punto di provocare l’arresto della propria funzione».

Ma cosa accade ad una persona allenata, e quali possono essere le cause di un arresto cardiaco in un atleta? «In linea generale», spiega Zuin, «nel caso di persone agonisticamente attive che hanno più di 45 anni, prevale la malattia aterosclerotica, che è alla base dell’infarto miocardico. In sostanza, alla base dell’attacco che colpisce queste persone vi è una progressiva e precedente degenerazione del sistema cardiovascolare. Negli sportivi più giovani, sotto i 45 anni, prevalgono patologie preesistenti e non conosciute, come la cardiomiopatia ipertrofica o la cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro, oppure cardiopatie congenite, come l’origine anomale delle coronarie e le patologie aritmiche primitive». Sono varie le possibili cause dei gravi malori cardiaci. «Certo, l’arresto cardiaco dovuto a una cardiopatia strutturale», evidenzia il medico, «occorre molto raramente negli atleti impegnati in sport competitivi, perché un deficit strutturale poco si concilia con l’elevato impegno cardiovascolare richiesto dalla attività sportiva; restano però le altre possibili patologie e cause, che sono varie. E che spesso non sono identificabili con lo screening che viene fatto abitualmente negli atleti, basato su elettrocardiogramma, ECG sotto sforzo ed ecocardiogramma. Esistono infatti patologie subcellulari, quali ad esempio le malattie dei canali ionici, che ad oggi non sono diagnosticabili se non attraverso studi genetici e molecolari».

Molto comunque si può fare attraverso la prevenzione. «La legislazione italiana», aggiunge il dottor Zuin, «è tra le più avanzate in fatto di screening sugli atleti: è così approfondita che a volte è criticata da altri Paesi per i suoi costi. E però è importante: si fanno infatti correttamente tutti quegli esami che consentono di escludere tutte le causa di rischio evidenziabili». Quanto poi al trattamento dell’arresto cardiaco, molto si può fare intervenendo precocemente e in modo efficace: «Anche se la mortalità in caso di arresto cardiaco resta elevata, e anche se resta elevata la possibilità di conseguenti danni neurologici un intervento tempestivo e appropriato permette di ‘rianimare’ la persona colpita da arresto». Per questo è importante insegnare sin dalle scuole le tecniche di rianimazione cardiopolmonare, e anche l’uso del defibrillatore obbligatorio negli impianti sportivi. Il 24-25 maggio durante il torneo ATP tennis Mestre, la Cardiologia dell’Usl 3 organizzerà un evento formativo dal titolo ‘Un cuore e una racchetta’, in collaborazione con la Fondazione Per il Tuo Cuore dell’Associazione Nazionale medici cardiologi ospedalieri ed è rivolto agli studenti delle medie, per insegnare loro a riconoscere e trattare un atleta con arresto cardiaco.

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