Presidenza Tribunale il Csm deve esprimersi sul duello Farini-Laganà
Torna al vaglio del Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo di autogoverno della magistratura, la nomina del presidente del Tribunale di Venezia. Lo ha deciso il Consiglio di Stato nella sentenza pubblicata ieri con la quale ha accolto l’appello presentato da Salvatore Laganà, attuale presidente della Seconda sezione civile della Corte d’Appello lagunare e già in corsa per la presidenza del Tribunale. Da maggio 2016, alla guida del Tribunale di Venezia c’è, su nomina del Csm, Manuela Farini.
Laganà, dopo aver perso al Tar del Lazio, ha impugnato in secondo grado la delibera del Csm con cui Farini viene selezionata tenuto conto di meriti, giudizi, esperienza, oltre che per la «particolare celerità della sezione (la Prima civile di Venezia, ndr) da lei diretta» e per i risultati che l’hanno portata «ai vertici della produttività». Il profilo professionale di Laganà era stato ritenuto inferiore «solo rispetto alle esigenze concrete del posto a concorso», sostenendo che l’esperienza pregressa di Laganà fosse stata in un tribunale di piccole dimensioni (all’epoca presidente del tribunale di Pisa) e che lo stesso Laganà non conoscesse le problematiche dell’ufficio veneziano, «operando un riferimento che concerne la sola sede a concorso e che perciò non varrebbe per altre sedi», si legge nella sentenza.
Scrivono i giudici del Consiglio di Stato che «appare essere stato attribuito rilievo preponderante, ai fini della dimostrazione delle capacità di gestione ed organizzative relative all’ufficio, a un criterio non stabilito dalla legge consistente nel “radicamento territoriale” del magistrato». E che quindi «Il carattere primario e determinante che in concreto è stato dato ad un tale illegittimo criterio invalida senz’altro la delibera di nomina». Di qui la disposizione al Consiglio Superiore della Magistratura di «riesercitare il potere amministrativo, con la formulazione di un nuovo giudizio comparativo tra i due interessati per la nomina a presidente del Tribunale di Venezia, emendato delle illegittimità accertate nella sentenza». —
Rubina Bon
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