Presi con la cocaina in pancia Sospettati di traffico di droga

Gli ingoiatori di ovuli solitamente non sono italiani: è un mestiere che mette in pericolo la vita (se si rompe un ovulo pieno di cocaina la morte è certa tra dolori atroci) e il rischio non è pagato...

Gli ingoiatori di ovuli solitamente non sono italiani: è un mestiere che mette in pericolo la vita (se si rompe un ovulo pieno di cocaina la morte è certa tra dolori atroci) e il rischio non è pagato come dovrebbe, visto che più di 1500 euro non si guadagna. Infine, naturalmente, c’è sempre la spada di Damocle di essere scoperti che pende sulla testa degli ingoiatori. Qualche giorno fa, invece, Guardia di finanza e Dogana, all’aeroporto di Tessera, hanno arrestato ben tre italiani con la pancia piena di ovuli, un 50enne e due trentenni, tutti di Verona e provenienti dalla Colombia. Evidentemente erano partiti assieme e così sono rientrati: ora gli investigatori non hanno più dubbi sul fatto che si conoscessero, ieri, infatti, hanno raccontato ai giudici di Venezia Massimo Vicinanza e Barbara Lancieri la stessa identica storia. Entrambi i giudici, comunque, dopo averli sentiti, hanno convalidato l’arresto e li hanno rimandati a Santa Maria Maggiore con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti. Hanno riferito che la cocaina che avevano in pancia non era destinata allo spaccio, ma al loro consumo personale.

Ciascuno dei tre aveva nell'addome una trentina di ovuli per un peso complessivo di 2 etti ciascuno. Nell'arco di tempo di un mese e mezzo i finanzieri hanno arrestato quattro corrieri ingoiatori italiani. Il primo in assoluto era stato un pizzaiolo di Nove di Bassano. Questo sistema di importare droga, un tempo caratteristico esclusivamente di sudamericani e centroafricani, si sta diffondendo anche tra le organizzazioni criminali italiane. I tre che viaggiavano con lo stesso volo proveniente dal Costarica, via Madrid, sono arrivati ieri mattina al Marco Polo. Dall'analisi dei loro bagagli, dalla provenienza e da altri elementi raccolti, i finanzieri del capitano Leo hanno controllato in maniera meticolosa i tre che hanno sostenuto tra le altre cose di non conoscersi e di non aver viaggiato assieme. Sono stati smentiti in toto dagli accertamenti dei militari. Sospettando che fossero corrieri, i militari hanno ottenuto dal pm l'autorizzazione di sottoporli a radiografie. Portati all'ospedale dell'Angelo i raggi X hanno evidenziato che nell'addome avevano una trentina di ovuli ciascuno.

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