Prenotazioni in calo, il cenone si fa a casa
JESOLO. Ristoranti in difficoltà, supermercati pieni. Il cenone dell'ultimo dell'anno tra San Donà e Jesolo non è più la meta obbligata per la notte del 31 dicembre. Pescherie e gastronomie del territorio stanno lavorando a pieno ritmo in questi giorni, perché tanti hanno pensato di risolvere il problema veglione con una bella cena in famiglia. E anche alle casse dei supermercati iniziano le code per la spesa di Capodanno. Cucinare qualcosa in casa consente di mantenere le amicizie e risparmiare un centinaio di euro tra cene e feste. I locali che si annunciano già pieni per il 31, magari hanno ridotto gli spazi per dare l'idea del successo della nottata. «Meglio dire che il locale è pieno», commenta un noto ristoratore, «e che ci sono ancora pochi posti liberi per creare aspettativa tra i potenziali clienti. Ma tutti possono dire tranquillamente che quest'anno c'è stato un altro sensibile calo delle prenotazioni, salvo rare eccezioni». La Confcommercio ammette un problema legato alla crisi. «Spesso aprire un locale nei giorni di festa», analizza il presidente della Confcommercio mandamentale, Angelo Faloppa, con particolare riferimento alle località turistiche, «ha costi notevoli che superano i ricavi. Basti pensare all'acquisto dei prodotti, alle spese per il personale, alla Siae, luce, gas e quant'altro. Mettiamoci nei panni di chi deve aprire per una settimana o poco più e rischia solo spese e burocrazia. Inoltre, la gente cerca di risparmiare in vista delle prossime scadenze e pagamenti di inizio anno, e quindi resta a casa. Sono tornate di moda le cene tra gli amici, anche se speriamo che all'ultimo momento le compagnie decidano di trascorrere qualche ora nei locali». I prezzi delle cene di Capodanno oscillano tra i 50 e i 100 euro, in media 65, con molte varianti. (g.ca.)
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