«Poste, no allo smantellamento»

Sindacati duri contro il piano da trecento esuberi: «Sull’area di Tessera troppi interessi immobiliari»
Di Roberto Massaro
Tessera 11/04/01 Poste Italiane centro smistamento sciopero dipendenti a seguito di un grave infortunio sul lavoro (C) Bertolin M. richiesto da Mion
Tessera 11/04/01 Poste Italiane centro smistamento sciopero dipendenti a seguito di un grave infortunio sul lavoro (C) Bertolin M. richiesto da Mion

Sui tagli e trasferimenti prospettati per il centro meccanizzazione postale Cmp di Tessera aleggia il sospetto che possa trattarsi di una colossale operazione immobiliare. Il dubbio è stato palesato ieri dal segretario generale dei lavoratori della comunicazione (Slc) della Cgil, Salvatore Affinito, presente con i colleghi di Cisl e Uil all’incontro con la stampa convocato per illustrare la situazione. «Il sospetto che possa esserci qualche interesse immobiliare», ha detto Affinito, «non è ancora sciolto, anzi si rafforza nella considerazione che ogni qualvolta si riapre la questione del futuro del quadrante di Tessera, Poste Italiane prospetta la chiusura del Cmp che serve Veneto e Friuli». Una analoga accusa venne formulata otto anni fa, nel 2004, quando Poste Italiane mise in mobilità un centinaio di addetti del Cmp di Tessera trasferendoli a Padova; salvo poi rivedere i piani e ammodernare l’attività del Cmp e ripristinare l’organico precedente. L’area su cui sorge il centro meccanizzato risulta essere particolarmente pregiata, posta com’è tra l’aeroporto e le officine Aeronavali, in piena area commerciale dello scalo aereo veneziano.

«Se di riorganizzazione deve trattarsi», ha detto il segretario di categoria della Cisl Giovanni Conte, «non si capisce perché a Venezia si punti alla chiusura di una struttura strategica, attuando tagli ben superiori alla media nazionale».

Il piano di riassetto a livello nazionale prevede esuberi per circa diecimila impiegati, incidendo per il 16 per cento rispetto agli organici consolidati; a Venezia inciderà per il 23 per cento della pianta organica, con 233 esuberi solo al Cmp, oltre a 94 portalettere, in tutta la provincia.

L’azienda ha spiegato che si tratta di un piano di riorganizzazione necessario. Ma i rappresentanti sindacali non ci stanno. «La volontà è chiara», dicono i delegati Rsu di Tessera, Stefano Vagniluca e Michele Busato, «i 52 addetti destinati a rimanere a Tessera non saranno in grado di mantenere alcun servizio, portando in breve tempo alla chiusura della struttura». «Da Venezia parte ancora una volta una vertenza nei confronti di Poste Italiane», ha detto Daniele Vittone di Uil Poste, «che può tenere le redini a livello nazionale, anche se per il momento miriamo a tenere aperto il confronto e non abbiamo ancora programmato, con Cgil e Cisl, alcuna forma di protesta».

Questa mattina il presidente di Poste Italiane, Giovanni Ialongo, e l’ad Massimo Sarmi, sono a Venezia, per le celebrazioni del 150° anniversario dell’azienda. «Manterremo un atteggiamento istituzionale», assicura Marco D’Auria, di Slp Cgil, «per non compromettere una trattativa molto delicata a livello nazionale». Il timore è che si stia riducendo un settore in perdita (recapiti) per privilegiare quello finanziario, che solo lo scorso anno ha realizzato 900 milioni di utile. “Stanno abbandonando ampie fette di mercato», dicono i rappresentanti rsu, «favorendo ditte private, a scapito della qualità del servizio. Finché possiamo, però, difenderemo un servizio che solo Poste, con la sua esperienza, riesce a garantire, anche nel più remoto angolo della penisola».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia