Portogruaro, raccolta firme per dire no al patteggiamento di Najima

Il comitato truffati da Fabio Gaiatto chiede ai giudici di respingere la richiesta della compagna e socia del broker

PORTOGRUARO. Accelera la petizione avviata da Omar Baruzzo, promotore del primo comitato dei truffati di Venice, per chiedere ai magistrati di non accogliere la richiesta di patteggiamento di Najima Romani, la compagna di Fabio Gaiatto a sua volta sotto inchiesta.

Sono state finora raccolte 30 firme. L’obiettivo è superare nelle prossime ore le 50 sottoscrizioni e provare a puntare verso quota 100 in vista della decisione attesa nell’udienza di sabato. Il promotore del comitato è il primo a essere consapevole che non sarà un obiettivo facile, ma l’intento è chiaramente anche quello di lanciare un segnale.

Per Baruzzo, che è una delle parti civili già ammesse al processo,resta difficile “metabolizzare” la prospettiva di un patteggiamento per l’ex compagna di Fabio Gaiatto, il trader portogruarese al centro dell’inchiesta sulla maxitruffa del Forex legata al gruppo Venice. Baruzzo ha invitato gli altri querelanti a firmare la richiesta da presentare ai pm ricordando come Romani abbia offerto al momento solo un orologio Cartier e un assegno di 5 mila euro, che confluiranno nel conto corrente che la Procura di Pordenone ha aperto per risarcire le parti civili. Sul conto corrente destinato ai truffati finora sono stati raccolti non più di 70 mila euro.

Per quanto riguarda la quantificazione della pena, la proposta di patteggiamento avanzata per Najima Romani è 4 anni e 2 mesi, oltra a 10 mila euro di multa. L’indirizzo email per chi intende sottoscrivere la petizione è azionerecuperovenice@gmail.com.

Intanto la Procura ha inoltrato la richiesta agli avvocati delle parti civili costituite nel procedimento penale di comunicare quanto prima le coordinate bancarie dei propri assistiti in funzione degli adempimenti del caso, ovvero i futuri risarcimenti.

Gaiatto e la Romani hanno peraltro già affermato di non possedere più nulla. Restano dunque aperti gli interrogativi su chi risarcirà i truffati qualora si arrivasse alla condanna. —


 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia