Poliziotta in vacanza a Venezia fa arrestare le borseggiatrici: «Derubavano mia madre»
L’agente di un commissariato capitolino passeggiava alle Mercerie: «Conoscevo la questione, ero attenta: anche a Roma è un problema»

Si trovava a Venezia per una vacanza in compagnia della madre e di alcuni amici provenienti dalla Germania. L’istinto e il senso del dovere, però, quelli non erano affatto andati in vacanza. E così quando ha notato alcune borseggiatrici che, nei pressi della chiesa di San Zulian, trafficavano dietro allo zaino della madre, Valentina Toti, 24 anni, in forze al commissariato di Porta Pia a Roma e da un anno in polizia di Stato, non ci ha pensato due volte. E così, tirato fuori il distintivo, le ha arrestate in flagranza di reato e ha subito chiamato i carabinieri in servizio nella zona.
Agente Toti, ci racconti come è andata.
«Io e mia mamma eravamo in compagnia di alcuni amici tedeschi, in passeggiata lungo le Mercerie. A un certo punto però si è accorta che stava succedendo qualcosa alle sue spalle. Così si è girata all’improvviso. A quel punto ho visto una ragazza, incinta, con il suo portafoglio in mano».
Lei che ha fatto?
«Mi sono qualificata subito, ho tirato fuori il mio distintivo e l’ho arrestata insieme ad una complice. La terza, invece, è scappata. Mi sono fatta ridare il portafoglio. A quel punto ho chiamato e sono intervenuti i carabinieri per l’identificazione e il perfezionamento della denuncia da parte di mia mamma».
È entrata in Polizia di Stato circa un anno fa: è stato il suo primo arresto?
«No, a dire la verità mi era già successo in questi mesi. Però sì, in effetti è il mio primo arresto libera dal servizio».
Era già a conoscenza del problema dei borseggi che affliggono il centro storico di Venezia?
«Sì, conosco il problema. Anche qui a Roma la situazione è difficile, soprattutto in metropolitana e nei luoghi affollati dal turismo. Nelle ultime settimane, poi, sono venuta a conoscenza dell’attività di indagine da parte dei carabinieri che ha portato all’emissione di numerose ordinanze cautelari. Tra loro c’è anche la ragazza incinta che ho arrestato in flagranza. Diciamo che si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato».
Che cosa le lascia a livello personale e professionale questa vicenda?
«Diciamo che nonostante pensassi di trascorrere dei giorni tranquilli in famiglia a Venezia, sono comunque felice di aver contribuito alla sicurezza dei turisti e dei residenti di Venezia esasperati da questo spiacevole fenomeno». —
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