Plateatico, la babele dei “pianini” gli strani criteri per la concessione

21 quelli in vigore. In campo Santa Margherita tutti autorizzati, anche chi non ha ancora aperto e neanche un metro di suolo pubblico libero. La Soprintendenza chiede chiarimenti al Comune
Di Alberto Vitucci
VITUCCI VENEZIA. 22.01.2007.- CONTROLLO DELLA POLIZIA MUNICIPALE PLATEATICO PIZZERIA DA ROBERTO CASTELLO 4707, CAMPO SAN PROVOLO. INTERPRESS - - A destra i vigili urbani davanti al plateatico per un controllo
VITUCCI VENEZIA. 22.01.2007.- CONTROLLO DELLA POLIZIA MUNICIPALE PLATEATICO PIZZERIA DA ROBERTO CASTELLO 4707, CAMPO SAN PROVOLO. INTERPRESS - - A destra i vigili urbani davanti al plateatico per un controllo

Misteri e miracoli dei «pianini». Erano nati per disciplinare l’uso del plateatico e ridurre l’occupazione del suolo pubblico da parte di bar e ristoranti. Si sono trasformati negli anni in uno strumento di discrezionalità coperta dalla legge. Con proteste e discriminazioni evidenti. Tanto che adesso molti esercenti sono decisi a far ricorso al sindaco e a rivolgersi al Tar per far cessare le ingiustizie. E la stessa Soprintendenza ha chiesto a Ca’ Farsetti la revisione di molti pianini. Che invece di ridurre la superficie occupata la aumentano.

Un esempio clamoroso è quello di campo Santa Margherita. Gli autorizzati ad ottenere il plateatico sono praticamente tutti gli edifici al piano terra che affacciano sul campo, in questi giorni al centro delle polemiche. Non solo i bar e i ristoranti, ma anche negozi e attività che del plateatico non hanno alcun bisogno. Ma che magari domani potrebbero diventare un Esercizio pubblico. In Strada Nuova alcuni esercizi sono autorizzati ad avere il plateatico (presente e e futuro). Altri ne sono esclusi. Quali sonoi i criteri adottati? Mistero. Anche a sentire gli operatori e i funzionari comunali. Forse la viabilità? No, perché nell’area che dà verso il campo Santi Apostoli la concentrazione di sedie e tavolini è già intensa, adesso sono stati aggiunti quelli del ristorante «Sushi wok». Nel vicino campo Santi Apostoli, un bar che non è nella strada di passaggio si è visto invece negare il permesso per tre tavolini. «Non è insertito nei piani», la risposta.

I Pianini insomma sono il «vangelo». La situazione pensata e congelata com’era qualche anno fa. Chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori. Ma soprattutto non esiste un limite massimo, che secondo alcuni è già stato superato. Numerosi i richiami al decoro delle associazioni per la tutela del territorio come Italia Nostra, che da anni si battono per evitare la trasformazione della città storica in un grande suk. Nel sito del Comune, sezione Commercio-Suap, al punto 11 sono elencati i criteri con la relativa cartografia per l’«Uso del suolo pubblico nella Città antica e nelle isole».

I Pianini, creati una decina di anni fa dalla giunta Cacciari (assessore Giuseppe Bortolussi) sono poi stati perfezionati dalla giunta Orsoni e dal commissario. Quelli già oggetto di bando sono 21. L’area realtina e l’Arsenale, i campi Bandiera e Moro, Carità, Ghetto, San Barnaba, San Bartolomeo, San Canzian, San Gallo, San Lio, San Polo, San Stin, Santa Margherita, Santa Maria del Giglio, Santa Maria Formosa, Santa Marina, Sant’Angelo, San Giovanni e Paolo, Riva del Vin, Strada Nova Est, piazza Galuppi.

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