Pistola contro il tabaccaio: «Dame i schei»

CAMPOVERARDO. «Mi sono visto la morte davanti. Il bandito prima mi ha puntato la pistola, poi ha caricato l’arma a pochi centimetri dalla mia faccia. Ho avuto paura che perdesse il controllo della situazione e mi sparasse». A raccontare i minuti di terrore in balia del rapinatore è Manolo Quaglio, titolare da circa 8 anni della tabaccheria ricevitoria “Dal Quajo” in via Pellico a Campoverardo di Camponogara.
Giovedì sera il tabaccaio è stato aggredito da un bandito a volto coperto che lo ha minacciato con una pistola, mentre un complice che faceva da palo lo aspettava in auto in strada, pronto a ripartire. Tutta la scena è stata registrata dalle telecamere di sicurezza del negozio. Il filmato è stato acquisito dai carabinieri della Compagnia di Chioggia che stanno conducendo le indagini. «Il colpo», spiega Manolo Quaglio, «è stato messo a segno poco prima dell’orario di chiusura. Una macchina di colore blu, forse una Y 10 rubata, si è fermata davanti al negozio lasciando il motore acceso. All’interno c’erano due persone. Una di queste, un uomo di media statura e di corporatura robusta, è sceso dall’auto e con il volto coperto da una sciarpa di colore rosso è entrato nel mio negozio. Subito ha estratto l’arma e l’ha caricata davanti alla mia faccia. Ha urlato con inflessione veneta “dame i schei”. Di fronte a una minaccia del genere, non me la sono sentita di azzardare alcuna reazione e ho consegnato tutti i soldi che erano nella cassa e diversi gratta e vinci per un valore complessivo di quasi mille euro».
Il rapinatore, dopo aver messo i soldi in una borsa assieme ai tagliandi dei gratta e vinci, è uscito di corsa dal negozio ed è è salito nell’auto su cui si trovava il complice che non era mai sceso. La coppia di banditi è scappata a tutta velocità lungo via Silvio Pellico, in direzione di Fossò. Il tabaccaio, dopo la rapina, ha chiamato i carabinieri. Sono intervenuti i militari della Compagnia di Chioggia e quelli della caserma di Camponogara, che hanno avviato le indagini.
«Sono sconvolto per quanto è successo», conclude Manolo Quaglio, «Ho questo negozio da otto anni e non mi era mai capitato per fortuna un fatto simile. Ho subito pensato a mia moglie e mio figlio di 8 anni ed a quanto ho rischiato in quei momenti. Come operatore commerciale mi sento di chiedere più sicurezza».
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