“Pino” della Lampada vinto dal male a 53 anni

Commozione a Mogliano per la morte di Giuseppe Maiocco, contitolare del pub Un mese fa gli era stato diagnosticato un cancro. Mercoledì i funerali a Mestre
Di Matteo Marcon

MOGLIANO. A parlare per lui, d'ora in avanti, sarà il ricordo del suo sguardo sornione, del suo sorriso un po' beffardo. Oppure gli scatti della sua reflex e le centinaia di bottiglie di birra che custodiva con cura nel suo pub: la Lampada di Mogliano. Giuseppe Maiocco per tutti era semplicemente Pino. A lui, e al socio Giorgio Copparoni, gli affezionati clienti del bar, fondato nel 1991, al ritorno dai viaggi in ogni parte del mondo consegnavano una o più bottiglie di birra. Il risultato è una straordinaria collezione che supera i 3 mila esemplari, una geografia a moderato tasso alcolico che comprende tutti i continenti.

Da sabato, quelle pareti della Lampada, in via San Marco, vanno a comporre anche la mappa dei ricordi di una lunga storia. Pino e Giorgio Copparoni, attuale assessore alla Cultura di Mogliano, 23 anni fa avevano rilevato l'attività da un ristorante cinese. Sabato sera, alla notizia della prematura scomparsa di Giuseppe Maiocco, in molti si sono ritrovati davanti al piccolo bancone del locale per una sorta di pellegrinaggio laico. Ma lui non c'era più.

Pino, all'età di 53 anni, è stato stroncato da un infarto alle 17 di sabato 2 maggio. Solo un mese fa gli era stato diagnosticato un cancro al fegato. Lascia la moglie Stefania Cristante e un figlio di 16 anni. «Da oggi non ho più una famiglia, ma due»: il commento di Giorgio Copparoni dice tutto. I due sono praticamente fratelli, soci nel lavoro e cognati. «Siamo cresciuti assieme a Mestre, nella zona di viale San marco, da bambini. Abbiamo lavorato negli alberghi di Venezia, io al Monaco lui al Bauer. Dopo aver sposato sua sorella mi sono trasferito a Mogliano e un paio d'anni dopo abbiamo deciso di aprire la Lampada, per colmare il vuoto di locali serali in zona».

Non solo un pub, ma un punto di riferimento per discipline come la musica jazz e la fotografia. Maiocco organizzava spesso mostre, la sua passione era supportata da una serie di amicizie importanti con fotografi, tra cui Alan Harvey. Giovedì primo maggio Pino aveva finito il secondo ciclo di chemioterapia: «Stava affrontando le cure con grande coraggio. Ha accusato il malore al cuore alle tre di sabato pomeriggio mentre era in casa», racconta Copparoni, «l'ho raggiunto subito in ospedale, l'ho salutato, l'ho visto entrare e poi non è più uscito». I funerali si terranno mercoledì nello stesso quartiere dove Pino abitava da sempre, l'appuntamento è alle 10 nella chiesa di San Marco Evangelista a Mestre.

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