Picchiò la madre, condannato a cinque anni

Ha patteggiato la pena per tentato omicidio Eugenio Moretti. Lui pensava addirittura di averla uccisa

Ha patteggiato cinque anni di reclusione il 44enne Eugenio Moretti, che doveva rispondere di tentato omicidio: aveva picchiato la madre fin quasi a ridurla in fin di vita. Ieri, il suo difensore, l’avvocato Federico Guerriero, ha trovato l’accordo con il pubblico ministero Giorgio Gava per la pena che il giudice Roberta Marchiori ha sancito con la sua sentenza.

I fatti sono del 29 aprile scorso. «Ho ucciso mia madre». Sono le 17.45 di venerdì quando il titolare di una tabaccheria di via Bissuola chiama il 113. Racconta di avere in negozio un uomo che appena entrato ha detto: «Ho appena ucciso mia madre». In zona lo conoscono e sanno dei suoi problemi psichici e di alcol. La centrale invia sul posto due volanti. Lui ha le mani insanguinate. Quando i poliziotti arrivano nella tabaccheria trovano l'uomo. Si tratta di Moretti: è in stato di agitazione. Ripete anche ai poliziotti di aver ucciso la madre. Gli agenti si fanno accompagnare nell'abitazione della donna, in via Sofocle 24. I poliziotti entrano nell'abitazione e trovano Paola Callegaro, 83 anni, a terra in corridoio riversa con la faccia in giù. La donna è ancora viva, ha però il volto devastato dai pugni e coperto di sangue. Si lamenta ma è ancora viva. Viene chiesto l'intervento del 118. Sul posto i sanitari di un'ambulanza e il medico rianimatore. Oltre ai colpi ricevuti sul viso, la donna ha una ferita anche alla testa. Mentre lei viene trasportata in ospedale il figlio in manette viene condotto negli uffici delle volanti in Questura. Inizialmente la prognosi è di una ventina di giorni. Ma considerata l'età e i tanti pugni ricevuti in testa e sul volto fanno sì che i medici ricoverino la donna in prognosi riservata. Per diverse ore l'anziana è rimasta in stato confusionale. L'uomo viene arrestato.

L'uomo era già stato arrestato alcuni anni fa per violenze in famiglia. Infatti il precedente arresto era avvenuto perché aveva picchiato il padre. Venerdì al momento dell'arresto ha detto ai poliziotti di aver picchiato la madre perché «lei è cattiva, mio padre invece era buono». Il giono seguentge, interrogato dal giudice che doveva convalidare l’arresto, non aveva voluto rispondere alle domande. Però il 44enne mestrino aveva espresso qualche pensiero, insomma aveva rilasciato alcune dichiarazioni con le quali aveva spiegato di essere rammaricato per quello che era successo, si sarebbe scusato e si sarebbe detto pentito della brutale aggressione alla madre.

Giorgio Cecchetti

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